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16 ott 2015

Punti critici del Salone del Libro di Francoforte e contratti capestri

Punti critici del Salone del Libro di Francoforte e contratti capestri
Presso il Salone del Libro a Francoforte si stanno riscontrando diverse anomalie nella premessa e, nelle clausole dell’accordo triennale per il Lingotto.
Nel contratto siglato  lo scorso marzo, la Fondazione per il Libro ha accettato di vincolarsi al Lingotto, per i prossimi tre anni.


Tale accordo è «capestro», secondo il direttore della fiera, Ernesto Ferrero.
Egli concederà a Gl Events, proprietaria degli spazi, un canone di un milione e 200 mila € l’anno fino al 2018, più gli adeguamenti Istat. 
Senza possibilità di negoziare, né tanto meno di optare per un’altra sede. 

Le 19 pagine sottoscritte lo scorso 30 marzo da Rolando Picchioni, al suo ultimo tornante alla guida della Fondazione di cui è stato presidente per quindici anni, e da Giada Michetti, amministratore delegato di Gl in Italia, hanno incuriosito la Procura, che da mesi indaga sui conti del Salone. Martedì 20-10-2015, sarà il turno di Giovanna Milella, Presidente della Fondazione ma, già membro del cda in passato, convocata in a Palazzo di giustizia, come persona informata sui fatti. 

La principale anomalia del contratto risiede proprio nel primo punto della premessa: «Il Salone internazionale del Libro, attesa l’entità e la complessità dell’evento, necessita di un’area espositiva attrezzata di almeno 46.390 mq, di sale di convegno in grado di ospitare fino a 1.650 persone, aree da destinare a parcheggio per espositori di almeno 720 posti...». 

Tornando al contratto di locazione per il Salone, c’è un altro passaggio di un certo interesse, nelle clausole finali:l’annullamento di ogni altro accordo, precedentemente intercorso, tra Fondazione e Gl. 
Un accordo c’era, ed era stato siglato solo pochi mesi prima, a ottobre 2014: vincolava le parti fino al 2017, con effetto immediato.

Tale patto avrebbe permesso alla Fondazione di aumentare l’introito netto, versato da Gl Events-Lingotto Fiere, per ogni edizione da 143 a 392 mila euro. 
Nella cifra era compresa anche «una fee fissa di 80 mila euro» assicurata da Gl Events per ogni anno e un nuovo impegno della Città di 20 mila euro annui. Ma prevedeva anche che a gestire la parte fieristica sarebbe stata la Fondazione, la quale invece a gennaio - tardissimo per le esigenze
organizzative degli stand - era ancora in alto mare. Costretta a ripassare tutto in mano a Gl.

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