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27 giu 2016

Giuseppe Ferrara: Addio cinema dʼinchiesta

Giuseppe Ferrara: Addio cinema dʼinchiesta
Lutto nel mondo del cinema.
E' morto al Policlinico Umberto I di Roma Giuseppe Ferrara
Il regista toscano, che portò sul grande schermo i misteri degli "Anni di piombo", ha avuto un arresto cardio-respiratorio.

Avrebbe compiuto 84 anni il 15 luglio. "Dal Sasso in bocca" a "Cento giorni a Palermo", dal "Caso Moro" a "I Banchieri di Dio", la filmografia di Ferrara è sempre stata orientata al cinema di impegno e d'inchiesta sulla storia d'Italia.

Paladino di cause morali e politiche che segnano il suo secolo, il '900 delle grandi ideologie e delle grandi speranze. Nato a Castelfiorentino il 15 luglio del 1932, toscano innamorato del sud, erede delle lezione neorealista, Giuseppe Ferrara si distingue da "ragazzo scomodo" fin dal liceo e subito dopo, alla testa di un cineclub marcatamente orientato a sinistra, si attira le attenzioni poco benevole della polizia.


Nel '59 si getta a capofitto nella militanza documentaria e, nel corso di un decennio girerà oltre 80 opere, spesso ispirate ai temi della disuguaglianza, dei drammi che lacerano il Sud e la Sicilia, dell'omertà mafiosa. Acuto osservatore della realtà ma anche delle evoluzioni del nostro cinema si cimenta anche come critico con monografie molto tempestive su Luchino Visconti e Francesco Rosi pubblicate tra il '64 e il '65.

ll primo film del '69 è "Il sasso in bocca" che sposa documenti d'archivio e, finzione ricostruita per fotografare la realtà quotidiana della violenza mafiosa e a quei temi rimarrà a lungo legato fino al suo film più celebre e spettacolare, "100 giorni a Palermo" del 1985 con Lino Ventura nell'uniforme del generale Dalla Chiesa.

Il polemico (e censurato) "Faccia di spia" del 1975 (con Adalberto Maria Merli e Mariangela Melato in un ardito mix di documentario e finzione) rintraccia i fili oscuri dell'ingerenza dei servizi segreti e della Cia nelle vicende interne dello stato italiano fin dalla fine della guerra; mentre il vibrante "Panagulis vive" (fiction tv adattato per le sale in versione ridotta nel 1980) segue le gesta del patriota greco ucciso dal regime dei Colonnelli.

Il suo "Caso Moro" , del 1986, con Gian Maria Volontè nei panni dello statista democristiano sposa un cinema di tesi e di denuncia. Seguono "Narcos" sui loschi legami internazionali della droga; "Giovanni Falcone" del 1993, "Segreto di stato"(1995) sul ruolo dei servizi segreti tra la strage di Ustica e quella di Bologna, "I banchieri di Dio" del 2002 con Omero Antonutti nei panni di Roberto Calvi, l'inchiesta tv "P2 story" su Ligio Gelli, fino a "Guido che sfido' le Brigate Rosse" del 2007 sull'omicidio del sindacalista Guido Rossa.

Il suo ultimo lavoro, una miniserie poliziesca "Roma nuda" scritta da Tomas Milian e girata nel 2013.

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