Anna Luisa Pignatelli, toscana di nascita, ha trascorso molti anni fuori dall'Italia, tra Dar es Salaam, Seoul e Città del Guatemala.
È conosciuta e apprezzata in Francia, dove, nel 2010, ha vinto il Prix des lecteurs du Var con la traduzione del suo primo libro, "Nero toscano" e con "Ruggine", che le ha fatto guadagnare il Premio Lugnano.
È conosciuta e apprezzata in Francia, dove, nel 2010, ha vinto il Prix des lecteurs du Var con la traduzione del suo primo libro, "Nero toscano" e con "Ruggine", che le ha fatto guadagnare il Premio Lugnano.
Il nuovo racconto, "Ruggine" narra le vicissitudini di Gina, detta Ruggine a causa del suo amore per il suo gatto Ferro.
E' una donna emarginata, sola e piena di rimorsi nei confronti del figlio Loriano, internato in una casa di igiene mentale.
Nel paese in cui vive, a parte il prete, la scansano tutti dandole l'impressione "che tutti sappiano", comportandosi con crudeltà.
E' una donna emarginata, sola e piena di rimorsi nei confronti del figlio Loriano, internato in una casa di igiene mentale.
Nel paese in cui vive, a parte il prete, la scansano tutti dandole l'impressione "che tutti sappiano", comportandosi con crudeltà.
La solitudine di questa anziana donna, sola davanti alla fine della sua vita e che non si arrende dentro se stessa, che difende il proprio vissuto per quanto inquietante possa essere, è l'emblema dell'emarginazione di chi vecchio appare solo un ingombro per gli altri, che non sanno come affrontarne l'eventuale imprevista umanità e magari la sua parte più oscura.
Attorno, quindi, tante altre figure, dall'assistente sociale ai vicini, una coppia di professori, ma capaci di un'apertura verso Ruggine, incapace di piegarsi alla meschinità e alle ipocrisie del paese, mantenendo viva una sua curiosità e disponibilità verso il mondo.
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