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26 lug 2016

Ian Burkhart: ragazzo paralizzato muove le mani grazie a un chip nel cervello

Ian Burkhart: ragazzo paralizzato muove le mani grazie a un chip nel cervello
Un ragazzo con braccia e gambe paralizzate, Ian Burkhart,  ha potuto muovere la mano, le dita e il polso, afferrando una bottiglia e versandone il contenuto in un bicchiere. Inoltre, ha suonato una chitarra collegata a un videogioco!

Il miracolo è stato possibile grazie a un chip impiantato nel cervello. Questo è stato il primo esperimento del genere, mai condotto su un essere umano. 

Pubblicato sulla rivista Nature, il risultato si deve al gruppo coordinato da Ali Rezai, della Ohio State University, da Chad Bouton, dell'Istituto Feinstein per la ricerca medica, e da Nick Annetta, del Battelle Memorial Institute. 



Il chip è stato impiantato nella corteccia cerebrale che controlla i movimenti e riesce a convogliare i segnali nervosi a un sistema di elettrodi posti sull'avambraccio, che li trasmette alla mano. In pratica, spiega Silvestro Micera che insegna Neuroingegneria nella Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, come una sorta di bypass nervoso, il sistema ''ripristina in modo artificiale il collegamento tra i segnali che il cervello invia agli arti per farli muovere, che è interrotto nelle persone paralizzate a causa di lesioni spinali''. Per Micera il risultato è molto interessante e potrebbe rendere più veloce il trasferimento di questo tipo di tecnologia sui pazienti. Il sistema si chiama NeuroLife, ed è un 'bypass nervoso elettronico' che registra i segnali della corteccia grazie al chip, li elabora e li trasforma nei movimenti desiderati grazie a un sistema basato sull'intelligenza artificiale, e permette di muovere la mano paralizzata attraverso gli elettrodi posti sull'avambraccio.

La sperimentazione sull'uomo è cominciata nel 2014, con l'intervento chirurgico di tre ore durante il quale un chip più piccolo di un pisello è stato impiantato nella corteccia motoria di Ian Burkhart, un giovane di 24 anni che ha subito una lesione spinale a causa di un incidente subacqueo che lo ha paralizzato.

Ci sono voluti 15 mesi per recuperare l'uso della mano ma adesso Burkhart, durante i test riesce a strisciare una carta di credito, ad afferrare una bottiglia, a versarne il contenuto in un bicchiere, e a usare la tastiera di un computer. ''Negli ultimi dieci anni - dice Bouton - abbiamo imparato a decifrare i segnali del cervello dei pazienti che sono completamente paralizzati e ora, per la prima volta, questi segnali sono stati trasformati in movimenti''. 

Fonte: Ansa

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