"Ricordo Olmi come uno dei più importanti incontri della mia vita sia professionale che umana".
Lo dice all'ANSA Claudio Santamaria, parlando del regista che l'ha diretto nel 2014 in "Torneranno i prati", apologo sull'insensatezza della guerra, scritto e diretto da Olmi (è il suo ultimo film di fiction) in occasione del centenario della I Guerra Mondiale.
Il cineasta ha scelto come ambientazione i luoghi di adozione, quelli dell'altopiano dei Sette Comuni di Asiago, dove erano morti, durante il conflitto 50 mila uomini. Un racconto struggente, onirico ed emozionante che ha conquistato otto candidature ai David e tre ai nastri d'argento, vincendo quello per la migliore produzione.
Olmi, aggiunge Santamaria "era un uomo capace di una grande poesia, come di una grande praticità e semplicità. Sapeva comunicare questo suo lato poetico con una grande schiettezza. E aveva una profondità d'animo notevole".
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