La casa di una persona con Alzheimer può diventare una mappa dei suoi ricordi, aiutandola nei momenti di difficoltà a richiamare alla mente non solo medicine da prendere o visite da fare, ma anche il volto della mamma o la canzone preferita.
Il sistema, che sta per essere sperimentato su un gruppo di pazienti, si chiama Vita (Virtual Training for Aging), è stato messo a punto da Fondazione Ibm Italia e Irccs Casa Sollievo della Sofferenza.
Il sistema, realizzato sulla piattaforma Watson e, accessibile da tablet o smartphone ma anche da oggetti es. una lampada, immagazzina frammenti di memoria organizzandoli in una mappa.
Il paziente può quindi chiedere a voce di chiamare il figlio o il medico, se magari si sente male o di mostrare una foto o un dettaglio relativo alla propria vita. Il sistema è addestrato anche a dare suggerimenti, come 'fai una passeggiata' o a ricordare ad esempio di prendere una medicina.
"Il progetto Vita è significativo perché incide su uno degli aspetti più drammatici per i pazienti affetti da Alzheimer - sottolinea Domenico Crupi, direttore generale dell'Irccs -. La perdita della memoria che per molti di essi coincide con la perdita di identità".
L'obiettivo del sistema, ha spiegato Enrico Cereda, presidente della Fondazione Ibm, è prevenire il declino cognitivo associato alla malattia.
"L'interazione con sistemi di intelligenza aumentata costituisce un aiuto concreto sia per le persone anziane, o colpite da malattie neurodegenerative, sia per chi si prende cura di loro. La tecnologia che Ibm ha messo a punto è in grado di apprendere e fornire stimoli per preservare la memoria o rallentarne il declino".
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