Chi di noi non ha mai benedetto la farcitura dei Grisbì, la mozzarella che finisce tutta sul fondo della pizza al taglio, o i pinoli senza guscio?
Tra le banalità che ci vengono in mente non c'è che il fuoco brucia, il politico ruba e l'immigrato fa paura?
E se facessimo la raccolta differenziata per separare i torti dalle ragioni, la menzogna dalla verità, l'invidia dall'ammirazione e l'amore dal rancore?
E poi non sarebbe bello se ci fosse un call center della poesia, dove si dispensano versi d'amore, e dove se si ha la pazienza di restare in linea si può parlare con un poeta in carne e ossa? Che il tempo a volte sia tutto, soprattutto se si riesce a usarlo al meglio, Andrea Melis lo ha capito perfettamente.
A dimostrarlo ci pensa il suo "Piccole tracce di vita", dal 7 giugno nelle librerie, una raccolta di "poesie urgenti", così le definisce, in cui il riferimento al tempo si lega alla brevità dell'espressione, non fine a se stessa ma densa di significato.
Nato a Cagliari nel 1979, grafico, videomaker e scrittore, Melis ha saputo cogliere ciò che la vita gli offriva, ossia il rivelarsi dell'umanità nei 3 minuti di una telefonata e, con questo bagaglio emotivo, senza aspettare un tempo giusto che sarebbe potuto non arrivare mai, si è preso il suo sogno, utilizzando i social per pubblicare versi.
Le poesie di Melis sono lampi che illuminano le emozioni e le mostrano mentre ci fluttuano davanti. Descrivono sentimenti belli, come quando porta la figlia a scuola, nella consapevolezza dolceamara che ogni giorno si avvicina il momento in cui spiccherà il volo dal nido familiare.
Ma poi arrivano anche le giornate no: "Quando dentro di me piove il primo a restare fuori, al riparo dal maltempo, sono io. Ma tu non temere: spioverà", scrive. E allora non resta che aspettare il sereno.

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