In occasione della Giornata della Memoria, una selezione indispensabile di libri per comprendere, approfondire, non dimenticare.
I LIBRI BOMPIANI
Breve storia della questione antisemita di Roberto Finzi
Proprio quando l’integrazione nelle società contemporanee sembrava un fatto acquisito, l’antiebraismo di matrice religiosa ha ceduto il passo all’antisemitismo fondato su presunte basi razzistiche. Finzi ci conduce alla scoperta di questo male oscuro strisciante nella storia dell’umanità, di cui l’antisemitismo moderno è solo una parte della vicenda.
Shoah di Claude Lazmann
In un film ormai celebre del 1984, il regista francese Claude Lazmann documentò l'orrore dei campi di sterminio nazisti attraverso il racconto di decine di testimoni, senza ricorrere ad immagini di repertorio. Quelle narrazioni sconvolgenti confluirono poi nel libro che qui viene riproposto. In queste pagine, sono riportati i dialoghi che accompagnano i fotogrammi del lungo filmato. Introduzione di Frediano Sessi. Prefazione di Simone de Beauoir.
L' irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo di Valentina Pisanty
Milioni di ebrei sono morti nei lager nazisti: un fatto inconfutabile. Ma c'è chi lo mette in questione. Sono i negazionisti, secondo i quali i crimini nazisti non sono diversi da quelli degli altri totalitarismi del Novecento. Persino le camere a gas, sostengono, non sono mai davvero esistite, e sono piuttosto un'invenzione della propaganda: ad Auschwitz, "sono state gassate soltanto le pulci". Si può reagire in più modi di fronte a questa offensiva della menzogna. Si può denunciare lo scandalo, invocare la sacralità della memoria violata. Oppure si può scegliere, come fa Valentina Pisanty in questo libro, di smontare pazientemente le pseudo-argomentazioni, le false prove e gli artifici logici e stilistici con cui gli "Eichmann di carta" diffondono le loro tesi. Pubblicato per la prima volta nel 1998, "L'irritante questione delle camere a gas" esce in una edizione riveduta e arricchita con un nuovo capitolo che ricostruisce i circuiti comunicativi in cui il negazionismo si è inserito, raccontando le dinamiche culturali che ha innescato dalla fine degli anni settanta a oggi, con particolare attenzione al fenomeno del negazionismo sul web.
Il secolo infelice di Imre Kertész
A un critico che metteva in dubbio la coerenza tra i suoi saggi e le sue opere narrative, Imre Kertész, nell'introduzione a questo libro, risponde che tutte le sue opere parlano del medesimo soggetto: "L'Innavicinabile". Lo scrittore ungherese, nella propria esistenza, ha vissuto per ben due volte "L'innavicinabile": incarnato nei campi di sterminio di Auschwitz e Buchenwald, dove è stato recluso, e nella situazione storica in cui ha iniziato a raccontare la sua esperienza nei lager, ovvero sotto il tallone del regime comunista sovietico. "L'Olocausto e le condizioni di vita in cui scrivevo dell'Olocausto si erano fusi in modo indissolubile." L'Olocausto diventa allora un verbo coniugato al presente: è lo stato dal quale l'autore continua instancabilmente a inviarci messaggi e a costruire ponti per testimoniare la verità di quel "secolo infelice" che ha preceduto l'inizio di questo millennio e vi è poi confluito. Ecco perché, ci avverte lo stesso Kertèsz, gli scritti raccolti qui non possono essere considerati propriamente "saggi" ma, in modo più pregnante e corretto, devono essere definiti "approssimazioni": resoconti lucidi, crudeli, talvolta ironici ma sempre impietosi, della realtà e della natura umana di cui chi narra ha conosciuto gli straordinari abissi.
Inge Auerbacher, ebrea tedesca, ha solo sette anni quando, nel 1942, viene internata nel campo di concentramento di Terezín. Conosce una delle più terribili atrocità della storia: la Shoah e la furia nazista contro un numero sterminato di uomini, donne e bambini. In questo libro rivolto ai ragazzi ma utile a ricordare a tutti una delle pagine più oscure della storia contemporanea, Inge raccoglie il commovente resoconto della sua esperienza: le emozioni e le paure di una bambina emergono in modo lucido e indelebile dalle sue parole nei racconti e nelle poesie, ma anche attraverso foto e disegni.
In una nuova edizione curata da Matteo Corradini e arricchita da un dialogo con l'autrice torna in libreria un racconto necessario della Shoah che lascia aperta la porta della speranza.
Titolo originale: ''I am a Star'' (1986).
Come una rana d'inverno di Daniela Padoan
''Considerate se questa è una donna / Senza capelli e senza nome / Senza più forza di ricordare / Vuoti gli occhi e freddo il grembo / Come una rana d'inverno.'' Con questa immagine scarnificata Primo Levi, nel celebre incipit di ''Se questo è un uomo'', si rivolge ai lettori evocando donne spogliate della propria identità, non più padrone di quel corpo, quel grembo che è tramite vivente della relazione con l'altro. Daniela Padoan raccoglie in questo libro le testimonianze di tre donne - Liliana Segre, Goti Bauer, Giuliana Tedeschi - sopravvissute al campo femminile di Auschwitz-Birkenau. L'autrice conferisce alle conversazioni il ritmo di una lucida, accorata narrazione fatta di rimandi e relazioni perché, come dice Giuliana Tedeschi, ''le donne sono maglie, se una si perde, si perdono tutte''. Nella storiografia dello sterminio nazista le donne sono pressoché invisibili, la loro presenza è sovrapposta a quella maschile e su questa si appiattisce. Ma, come è scritto nella Postfazione, ''senza dimenticare per un solo istante che l'obiettivo dei nazisti era cancellare dal mondo gli ebrei, uomini o donne che fossero, riflettere sulla peculiarità delle sofferenze e sopraffazioni patite dalle donne, così come sul loro modo di opporre resistenza e rendere testimonianza, può servire ad allargare di un poco l'ambito di riflessione''.
Quattro ore nelle tenebre di Paolo Mazzarello
Monferrato, 1943. Lisa Vita Finzi ed Enrico Levi, zio del futuro scrittore Primo, fuggiti da Genova in campagna allo scoppio della guerra, dopo l'8 settembre capiscono di non essere più al sicuro tra le mura del palazzo dei Martinenghi dove si erano trasferiti all'inizio del 1941. Con una coppia di amici cercano rifugio a Lerma nell'antico santuario della Rocchetta, dove da qualche anno è approdato uno strano prete, don Luigi Mazzarello. Intelligente, affascinante e dal passato turbolento, don Luigi riuscirà con abilità a resistere alle intimidazioni dei nazifascisti e a salvare la vita dei suoi protetti ebrei, mentre nei monti circostanti infuria una delle peggiori stragi nazifasciste del nostro paese, l'eccidio della "Benedicta", che portò all'uccisione di 147 partigiani e alla deportazione in Germania di molti altri giovani. "Quattro ore nelle tenebre" ricostruisce questa vicenda drammatica, una delle tante piccole luci che si accesero nel momento più cupo della storia.
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