Esistono alcuni miti nel nostro paese che impediscono la crescita economica, ci allontanano dall'Europa e, soprattutto, rendono sempre più fragile il legame tra i cittadini e le istituzioni.
Questi miti sono i nostri mostri.
Negli ultimi decenni gli italiani si sono assuefatti a un modo di guardare alla politica che li affascina e poi li pietrifica, come se subissero lo sguardo di Medusa, incapaci di tagliare la testa alla Gorgone che incarna i loro vizi.
E poi c'è l'insofferenza profonda per le aspettative tradite: un sentimento bruto e cieco, capace della ferocia del Minotauro. D'altra parte, l'Italia è il paese della grande bellezza: la classe dirigente e i media sono cinici e nichilisti come Narciso.
Oltre alla propria immagine riflessa, tutto il resto è brutto e sporco. E questo atteggiamento ha spinto il paese nel pantano della rassegnazione. La frattura che allontana le istituzioni dai cittadini è la stessa che separa il progresso dalla società: se il progresso avanza troppo velocemente rispetto alla capacità della società di comprenderlo e dirigerlo, i cittadini si sentono spossessati del loro destino.
La paura, la chiusura e l'aggressività sono reazioni inevitabili. Per costruire un percorso di cambiamento la fiducia è la condizione fondamentale. Carlo Calenda per la prima volta scrive un libro politico dedicato all'Italia e alle chimere profonde che ne fanno un paese immobile. Con una nuova crisi economica più volte annunciata, non possiamo più permetterci di ignorarle. La cattiva notizia è che questi mostri convengono a qualcuno. Quella buona è che si possono combattere.
Nessun commento:
Posta un commento