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20 ott 2020

Il mostro di Loch Ness


 “Quel martedì pomeriggio sembrava non finire mai. Improvvisamente la campanella suonò e gli studenti si riversarono in strada. Jane e Susy, al primo bivio, svoltarono verso il lago Ness e presero a camminare lungo un sentiero che si snodava tra rovi e cespugli spinosi.

– Andiamo Jane. Ricordati che dobbiamo essere di ritorno prima che faccia buio.

Attraversarono  un boschetto di abeti nani al di là del quale si apriva il lago. La spiaggetta che lo delimitava era fangosa.  Susy e Jane affondarono le scarpe nella melma grigiastra. Il cielo color antracite incuteva paura. Le ragazze camminarono fino a una rupe che si specchiava sulla superficie del lago. 

Sediamoci qui – propose Susy, indicando uno sperone roccioso facilmente raggiungibile. I l lago era tranquillo. L’acqua era lievemente increspata dalla brezza serale.

Non c’è nessuno là sotto, è stato un sogno, devi convincerti, Jane – disse Susy accalorandosi.

Ma l’amica tremava, era spaventata! D’un tratto qualcosa parve agitarsi alle loro spalle. Un’ombra si levò dal lago.

Jane e Susy si volsero come attratte irresistibilmente da qualcosa. Il lago era nero come la pece. Poi, nel mezzo, si formò una gigantesca bolla. Un ruggito terrificante seguì a quella visione e due occhi rosso vivo s’illuminarono sulla superficie del lago. Poi apparve un corpo spaventoso,  simile ad un dinosauro fornito di tentacoli: un mostro disgustoso gigantesco,  metà rettile e metà piovra. Susy e Jane non riuscivano a muoversi: sembravano di marmo. Furono ritrovate verso sera in quello stesso punto, sane e salve, ma non ricordavano più niente di quel pomeriggio sul lago di Ness.” 

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