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15 set 2022

La leggenda di Trakai: Halloween in Lituania

In autunno inoltrato, quando le giornate si accorciano e, l'oscurità si fa avanti, arriva il giorno degli spiriti vaganti, dei diavoli e delle streghe. Insomma, la festa più nota come Halloween,  anche in Lituania. 

Osservando le vetrine decorate dei negozi per le strade delle città e, delle persone in maschera, è chiaro che questo evento ha stregato tantissimi lituani. In Lituania, ci sono varie leggende di spettri e, tra queste, forse, la  più famosa prende il nome del lago,  nei pressi del castello di Trakai. 

Siete curiosi? Allora leggete per bene...

Ai tempi del Granduca Vytautas, viveva a Trakai un commerciante che, in accordo con l’ordine teutonico, aveva deciso di consegnarli il castello di Trakai. 

Quando Vytautas, con i suoi soldati, si diresse nel territorio dei cavalieri teutonici per combatterli, il commerciante  li informò che potevano occupare il castello serenamente. I teutonici, quindi, si insediarono nel castello, ma poi gli diedero fuoco e lo abbandonarono. 

Quando Vytautas tornò dalla battaglia con la sua armata, dopo aver appreso l’accaduto, decise di condannare il commerciante a morte, tramite decapitazione. Decise di giustiziarlo in una isola dove c’era solo una collina senza alberi. 

Così, i soldati di Vytautas portarono il commerciante sull’isola, lo stesero a terra ed il becchino con una grande ascia lo decapitò. Il sacerdote pagano prese la testa dicendo le seguenti parole magiche “Lago, lago prendi la testa di questo maledetto che la sua anima sparisca per sempre dalla faccia della terra.” 

Da allora, su quell’isola, eseguirono anche altre esecuzioni gettando sempre le teste nel lago. Cosi il lago venne chiamato “Testa”. 

Il lago si abituò a ricevere in sacrificio delle teste e ne chiedeva altre. Si dice che le acque di questo lago non si gelano mai finché non ricevono una testa, così a primavera, non va via il ghiaccio completamente finché il lago non ne prende una. 

Siccome prima qui vivevano russi, polacchi, bielorussi, invece di pronunciare il nome del lago Galva, che significa testa, loro pronunciavano dicendo Galvia, cosi questa parola si trasformò in “Galvė”. E così dai tempi antichi il lago si abituò a ricevere come vittime le teste. Ogni anno lui chiede la sua vittima – la testa, perché diversamente non ghiaccia, o non scioglie i ghiacci, finché non se la prende. 

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