Il capolavoro di Dante spiegato ai giovanissimi da Claudio Giunta, docente di Letteratura italiana all'Università di Trento.
Nelle prime pagine del volume, Giunta si rivolge direttamente ai lettori: "Perché mai dovreste leggere la Commedia, questo libro lungo, difficile, remoto da noi nella sua visione del mondo, e che ha anche il difetto di essere scritto in versi?".
"Prima o poi, forse a sedici anni, forse un po' più avanti, vorrete riflettere anche voi seriamente sulla vostra vita e su questo suo increscioso dettaglio, la morte, e sulle tante profonde domande che esso porta con sé: Dio esiste?
Cosa succede, dopo? Come si dovrebbe condurre la propria esistenza? Qual è la colpa più grave? Qual è la virtù più importante? Il male commesso verrà punito? I buoni verranno premiati?
Rivedremo mai le persone che amavamo e che non ci sono più?', scrive il docente, aggiungendo che Dante ben sette secoli fa ha dato risposte sulla vita "attraverso una visione di stupefacente originalità e bellezza, e attraverso parole che, specie se avete la fortuna di conoscere bene l'italiano, vi faranno spesso scuotere il capo per la meraviglia e per la commozione'.
La Divina Commedia cambia profondamente chi la legge, spiega Giunta che invita a "godersi il viaggio" lasciandosi trasportare soltanto dalla letteratura e dai versi che suonano come delizie, tra cui "Cred'ïo ch'ei credette ch'i' credesse" oppure "sì che di lontano / conobbi il tremolar dela marina".
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