Ma...
Sembrerebbe che Bonifacio VIII, il tanto discusso pontefice dello schiaffo di Anagni, dello scontro con Filippo il Bello, pittoresco ecclesiastico descritto come credulone e collezionista di cianfrusaglie bizzarre, ne possedesse la tanto leggendaria estremità: l’unicorno.
Possibile?
Sapevate che nell’inventario papale del 1295 se ne fa menzione per davvero?
Questa creatura leggendaria appare frequentemente nei bestiari medievali, nell’araldica, in numerose favole anche più antiche, che tornano all’età classica, e forse addirittura alle raffigurazioni sumeriche e dell’Oriente lontano.
Nell’età moderna non sono mancati studi, anche seri, sulla presunta esistenza dell’unicorno, ovviamente con risultati negativi.
Apparvero anche fossili, rivelatisi poi di dinosauri, rinoceronti o altri animali.
Molto probabile che quella appioppata, chissà da chi, a Bonifacio VIII fosse una gran bella patacca.
Quelli che in passato si credevano resti di unicorno, potrebbero essere stati, secondo il parere di validi biologi, denti di narvalo, un cetaceo caratteristico e piuttosto raro.
Esami storici alla mano, dunque, nient’altro che una bella fiaba per bambini… e per Bonifacio VIII.
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