Il libro nero del comunismo (Le Livre noir du communisme: Crimes, terreur, répression, è una raccolta di saggi sugli stati comunisti e su crimini compiuti dai regimi di tali stati.
I vari autori descrivono repressioni non solo civili ma anche politiche, commesse dagli stati comunisti. I reati più orribili sono genocidi, esecuzioni extragiuridiche, deportazioni e carestie.
In ogni parte del mondo: si stima che le vittime ammontino a 100 milioni.
Soprattutto in Francia e, in Italia, il libro è stato oggetto di polemiche: le destre hanno salutato la sua pubblicazione con favore, mentre le sinistre hanno cercato di nascondere il fenomeno.
Ma, ad ogni buon conto, ci sono i dati ufficiali che parlano chiaro....
Ma, ad ogni buon conto, ci sono i dati ufficiali che parlano chiaro....
Ma, soprattutto, parlano e ricordano le vittime di efferati crimini, utili a giustificare le politiche senza senso civile e umanitario.
Affermati storici e studiosi europei e americani mettono in luce tragedie, troppo spesso dimenticate.
Sapevate, cari lettori, che in Estonia i "battaglioni di distruzione" comunisti, durante la II Guerra Mondiale, decidevano arbitrariamente della vita e della morte di poveri civili inermi?
Oppure, che la popolazione bulgara per decenni ha vissuto il terrore del famigerato carcere rumeno di Pitesti?
Dove, è risaputo, i detenuti furono costretti a torturare i loro stessi compagni, amici o parenti.
Vogliamo tralasciare ogni crimine commesso dalla Stasi nella Repubblica democratica tedesca?
Questo libro ci lascia un senso di impotenza e grida a gran voce "perché"?
Come è meraviglioso che non vi sia nessun bisogno di aspettare un singolo attimo prima di iniziare a migliorare il mondo.
( Anna Frank)
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