Lo scorso novembre, la Banca Mondiale, ha pubblicato il
World Development Report 2040, un documento che è già entrato nella storia.
Per la prima volta abbiamo la prova che le curve di sviluppo globale non convergano più verso il punto di collasso: le emissioni hanno smesso di crescere, le diseguaglianze economiche si stanno riducendo in tutto il globo e il ripristino degli ecosistemi naturali procede a ritmo sostenuto.
Com’era prevedibile, di fronte a una notizia del genere, giornali e notiziari hanno fatto squillare le trombe annunciando la fine dell’emergenza globale.
Il ritornello è più o meno questo: abbiamo sfiorato la fine del mondo, è vero, ma siamo stati bravi, ora possiamo tirare il fiato.
La civiltà umana non è collassata, ma era tutt’altro che scontato: a metà degli anni venti le emergenze climatiche, le crisi economiche e le guerre nel mondo sembravano il trailer di una catastrofe inaggirabile.