Secondo Aristotele (in greco antico: Ἀριστοτέλης, Aristotélēs; Stagira, 384 a.C. o 383 a.C. – Calcide, 322 a.C.), l'osservazione era importante, pur non oltrepassando il senso comune e le qualità sensibili delle cose.
Galileo riprende questo concetto e,inoltre, sottolinea le proprietà oggettive dei corpi, definendone grandezze, posizioni spazio-temporali, ordini e, stati di moto o quiete, basandosi su concetti democritei (Democrito è stato un filosofo greco antico, 460 a.C.-370 a.).
La ricerca naturalistica, quindi, si compone di due processi:
- osservazione
- principi teorici
L'esperienza è frutto di esempi fattuali empirici, che suggerisce induttivamente le ipotesi esplicative, conducendo da ciò che è noto, attraverso i sensi delle cognizioni astratte, in precedenza sconosciute.
Dai principi esplicativi, passiamo alle osservazioni (leggi scientifiche), utilizzando il linguaggio matematico e, inoltre la deduzione, attraverso la conferma sperimentale.
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