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21 lug 2016

Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora di Vittorio Pezzuto

Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora di Vittorio Pezzuto
Enzo Tortora, giornalista e affermato conduttore televisivo fu arrestato nella sua camera d'albergo a Roma e condotto alcune ore dopo nel carcere di Regina Coeli, alle quattro del mattino del 17 giugno 1983. Tortora è accusato da alcuni "pentiti" di essere uno spacciatore di droga e, un camorrista. 

L'Italia è sbigottita: il presentatore mite, l'uomo che è stato l'inventore ante litteram di format televisivi con la sua trasmissione “Portobello”, dove faceva incontrare persone disperse dagli eventi dalla vita. oppure offriva un palcoscenico a inventori strambi, sarebbe stato un “cinico spacciatore di morte”.


Ad accusarlo Giovanni Melluso soprannominato “Gianni il bello”, pregiudicato per truffa e calunnia; Giuseppe Margutti e sua moglie che addirittura affermarono di aver visto Tortora che vendeva droga nel back stage di un'emittente televisiva milanese. Diciannove sono i pentiti che affermano queste infamie, senza nessun altro riscontro che quello di un'agenda ritrovata nell'abitazione di un camorrista, con scritto sopra un nome che sembrerebbe quello del presentatore, ma che una successiva perizia calligrafica smentì completamente. 

Il nome era un altro e anche il numero di telefono non coincideva. È l'inizio della discesa agli inferi di Tortora, che viene condannato in primo grado alla pena di dieci anni di reclusione esclusivamente sulle dichiarazioni dei pentiti, senza che alcun riscontro venga mai effettuato. Aderisce al Partito Radicale per unirsi alla loro battaglia per una “giustizia giusta”, si candida nelle loro fila e viene eletto al Parlamento Europeo senza mai però sfuggire ai suoi giudici. La sua odissea durerà tre anni. Riuscirà a tornare in video nel 1987, ma intanto, qualcosa si è incrinato irreparabilmente nel suo stato di salute.

Nel 2008 il giornalista Vittorio Pezzuto ha firmato una biografia "Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora". Pubblicato da Sperling&Kupfer, il volume era da tempo esaurito nella versione cartacea e scomparso dalle librerie. L'editore aveva, infatti, inspiegabilmente deciso di non continuare a ristamparlo.  

Sono passati più di trent'anni ma il Caso Tortora è una ferita ancora aperta, una tragedia che non può essere dimenticata.

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