Questi sono i dati che emergono dalle prime indagini sul mezzo secolo di storia del vino italiano, promossa dalla Coldiretti, in occasione dei 50 anni del Vinitaly, al Centro Servizi Arena che presenta le innovazioni di un settore, fulcro e simbolo dell'economia italiana.
Cinquant'anni fa, nasceva la prima Doc, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del riconoscimento della Denominazione di origine controllata per la Vernaccia di San Gimignano, alla quale sono poi seguite le altre. L'incidenza delleetichette Doc sulla produzione complessiva nell'anno successivo era di appena il 2%. Oggi si è arrivati al 32% del totale, con una bottiglia prodotta su tre che è a denominazione di origine.
L'Italia che ha conquistato il primato in Europa per numero di vini con indicazione geografica (73 Docg, 332 Doc e 118 Igt).
I consumi di vino degli italiani si sono ridotti 1/3.
Dai 111 lt. che ogni italiano beveva in media nel '66, si è scesi agli attuali 37 lt. che rappresentano il minimo storico di sempre. La quantità di vino Made in Italy consumato all'interno dei confini nazionali è oggi addirittura inferiore a quella nel resto del mondo.
"In mezzo secolo il vino è assurto a prodotto-simbolo del passaggio, ancora in corso non solo tra le vigne, ma in tutto il sistema produttivo italiano, da un'economia basata sulla quantità ad un'economia che punta invece su qualità e valore, scommettendo sulla sua identità, sui legami col territorio, sulle certificazioni d'origine", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, che precisa, inoltre,"la decisa svolta verso la qualità ha messo in moto nel vino un percorso virtuoso in grado di conciliare ambiente e territorio con crescita economica e occupazionale"
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