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20 set 2016

Eutanasia: diritto di vita e di morte. I casi più emblematici che hanno scosso le coscienze

Eutanasia: diritto di vita e di morte. I casi più emblematici che hanno scosso le coscienzeEutanasia, accanimento terapeutico, suicidio assistito o " dolce morte": sono le parole usate, per raccontare alcune storie che hanno scosso le coscienze a fronte di vere e proprio battaglie nelle aule e, nelle commissioni parlamentari di tutto il mondo al solo scopo di regolamentare le pratiche di fine vita. Per eutanasia si intende una pratica volontaria che porta alla morte utilizzando farmaci e sostanze. 

Il suicidio assistito e' invece un percorso dove medici e personale qualificato aiutano una persona a togliersi la vita, ma l'atto in questo caso deve essere fatto dallo stesso paziente. L'accanimento terapeutico e' invece l'eccesso di cure che non comportano nessun giovamento al paziente, a volte addirittura sono più dannose e generano maggiori sofferenze nei confronti dei pazienti


Eluana Englaro a 21 anni, dopo un incidente stradale, rimase in stato vegetativo persistente. La famiglia chiese la sospensione della nutrizione artificiale, che la teneva in vita, basandosi anche su quello che la figlia aveva espresso contro l'accanimento terapeutico. Dal 1999 il padre della ragazza intraprese una lunga battaglia fino alla morte di Eluana in ospedale a Udine il 9 febbraio 2009. 

Dalla questa vicenda, nacquero le iniziative per introdurre in Italia una legge sul testamento biologico, ancora non approvata. Piergiorgio Welby, scrittore e giornalista, malato di distrofia muscolare progressiva, sono stati al centro di uno scontro politico e ideologico forte. 

La malattia lo aveva completamente immobilizzato dal 1997 e, quindi il paziente aveva richiesto di poter staccare il respiratore che lo teneva in vita. Welby raggiunge il suo intento il 20 dicembre 2006, a eseguire le sue volontà e' stato il dottor Mario Riccio, processato e, poi assolto nel 2007. A Piergiorgio Welby vennero negati i funerali cattolici. 

Non dimentichiamo Terry Schiavo, che a causa di un arresto cardiaco nel 1990 riporto' gravi danni cerebrali, che la portarono in uno stato vegetativo persistente. Nel 1998, Michael Schiavo, suo marito e tutore, chiese e ottenne la rimozione del tubo di alimentazione, nonostante l'opposizione dei genitori della donna.  Terry morì in un centro di cure palliative il 31 marzo 2005, all'età di 41 anni.

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