Le tradizioni di Halloween sono davvero tantissime e ogni paese ha le sue particolari. Ve ne sono alcune che tuttavia si ritrovano più o meno simili dovunque. Eccole!
I Druidi
Sacerdoti della religione celtica, da dru, “molto”, e wid, “vedere”, dunque “molto veggenti”; o da dru, “molto”, e vidu, “albero”, quindi “uomini albero” per l’usanza di celebrare riti sacri nelle radure.
Samhain
Per propiziarsi la divinità per l’anno nuovo e ringraziarla dei raccolti dell’anno passato, i druidi celebravano il Samhain, o “fine dell’estate” (da sam, “fine”, e fuin, “estate”).
Durava tre giorni (a partire dal tramonto del 31 ottobre) e segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno.
Uno fra i simboli più importanti era il fuoco: i partecipanti dovevano oltrepassare con un salto i falò sacri accesi, per fortificarsi e purificarsi, e fuggire quando erano spenti (in origine chi non riusciva a saltare o cadeva durante la fuga veniva sacrificato per cancellare il male accumulato durante l’anno).
Focolari
In base al rituale del fuoco, i focolari domestici andavano spenti all’inizio della festa, cioè al tramonto dell’ultimo giorno di ottobre.
Spegnerli serviva a far apparire le case disabitate e a ingannare gli spiriti avversi, che la prima notte tornavano sulla terra per impossessarsi dei corpi dei vivi e vendicarsi dei torti subiti. Per blandire le Dame Bianche, fate spodestate della loro terra che, durante il Samhain, vagavano per catturare gli uomini e intrappolarli nei loro tumuli, le donne lasciavano dei manicaretti sulle soglie delle case.
Poeti
Considerati capaci di guarire o di castigare con i loro versi, i poeti erano ospiti privilegiati e godevano del cosiddetto “geis” o “tabù”, che costringeva il padrone di casa a esaudire qualsiasi desiderio esprimessero.
Rificolona
Festa di origine medievale simile ad Halloween che si svolge a Firenze la sera del 7 e la notte dell’8 settembre, alla vigilia della vendemmia.
In origine festeggiata dai contadini, che scendevano in processione dalla campagna fino a piazza della Santissima Trinità con zucche svuotate e intagliate a forma di faccia con una candela dentro.
Superstizione
Diciassette è il numero notoriamente sfortunato secondo la tradizione europea.
Qual è l’origine di questa triste fama?
Dobbiamo risalire ai tempi dei Romani quando l’alfabeto numerico era differente da quello che utilizziamo oggi: 17 veniva scritto in questa maniera XVII, che anagrammata diventa VI-XI, ossia VIXI che tradotta significa “Vissi”, quindi “sono morto”. Tredici, è per eccellenza il numero che nei Paesi anglosassoni e in America è sinonimo di disgrazia e sventura.
Infatti 13 dovranno essere le porte alle quali i bambini busseranno per chiedere “dolcetto o scherzetto”, spaventando a morte coloro che non apriranno la porta o si rifiuteranno di riempire il cestino.
Quella del “Dolcetto o scherzetto” deriva dalla tradizione americana del “Trick or treat”, espressione tipica che i bambini travestiti pronunciano nel rituale giro per le case alla ricerca di dolci e piccoli doni.
L’origine di questo rito è antica e deriva da un’antica usanza risalente al Nono secolo quando gli adulti vagavano di casa in casa il 1 Novembre chiedendo un po’ di “pane d’anima”. Per intero, la formula che i bambini americani pronunciano quando bussano alla porta è questa:
Trick or treat
Smell my feet
Give me something to eat
Non too big,
not too small
Just the size of Montreal
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