Alex Corlazzoli, maestro e giornalista, ha affermato con convinzione che nelle scuole occorre affiancare al Dirigente Scolastico un pedagogista. Perché un dirigente si rivolge allo psicologo se uno studente rivela una situazione problematica?
O all’assistente sociale se lo studente vive un contesto familiare più che complesso? O a un logopedista se lo studente rivela difficoltà nel linguaggio? O a un neuropsichiatra se lo studente affronta il processo di apprendimento con fatica? Cosicché potrebbe rivolgersi al pedagogista per l’ambito metodologico, didattico, relazionale, puramente educativo che riguarda studenti, famiglie e docenti.
Ciascuno ha un ruolo preciso, compiti e competenze certificate. Si tratta solo di riconoscere i propri confini nell’ottica comune del benessere degli studenti, che sono persone e cittadini. Sembra che sia ancora molto diffuso un luogo comune: confondere e scambiare il pedagogista con il pedagogo/maestro/docente.
Va ribadito allora che il Pedagogista è l’esperto dei processi formativo-educativi. È un esperto in possesso di una laurea specialistica. Il suo compito è affiancare, coordinare, super-visionare l’attività didattica, metodologica, di coloro che operano nei contesti scolastici, nonché aggiornare, formare e informare sui risultati di studi e di ricerche sul campo.
Dov’è l’autorevolezza educativa oggi? I padri a volte latitano, le madri ricoprono un doppio ruolo, i docenti e i dirigenti scolastici vengono delegati e resi responsabili di ogni defaillance. I pedagogisti “sono ovunque e da nessuno parte” (R. Fornaca) perché a tutt’oggi non sono riconosciuti istituzionalmente.
Un grande errore i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma i pedagogisti continuano ad esserci, hanno a cuore solo l’Educazione e soprattutto hanno passione. Perché mai, nonostante tutto, tanti giovani scelgono ancora questa professione? Come sosteneva Dewey, "l’educazione è lo scopo, uno scopo che ci deve vedere uniti, in dialogo, in ascolto reciproco. Solo così potremo sperare nel buon cambiamento".
fonte: orizzonte scuola
O all’assistente sociale se lo studente vive un contesto familiare più che complesso? O a un logopedista se lo studente rivela difficoltà nel linguaggio? O a un neuropsichiatra se lo studente affronta il processo di apprendimento con fatica? Cosicché potrebbe rivolgersi al pedagogista per l’ambito metodologico, didattico, relazionale, puramente educativo che riguarda studenti, famiglie e docenti.
Ciascuno ha un ruolo preciso, compiti e competenze certificate. Si tratta solo di riconoscere i propri confini nell’ottica comune del benessere degli studenti, che sono persone e cittadini. Sembra che sia ancora molto diffuso un luogo comune: confondere e scambiare il pedagogista con il pedagogo/maestro/docente.
Va ribadito allora che il Pedagogista è l’esperto dei processi formativo-educativi. È un esperto in possesso di una laurea specialistica. Il suo compito è affiancare, coordinare, super-visionare l’attività didattica, metodologica, di coloro che operano nei contesti scolastici, nonché aggiornare, formare e informare sui risultati di studi e di ricerche sul campo.
Dov’è l’autorevolezza educativa oggi? I padri a volte latitano, le madri ricoprono un doppio ruolo, i docenti e i dirigenti scolastici vengono delegati e resi responsabili di ogni defaillance. I pedagogisti “sono ovunque e da nessuno parte” (R. Fornaca) perché a tutt’oggi non sono riconosciuti istituzionalmente.
Un grande errore i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma i pedagogisti continuano ad esserci, hanno a cuore solo l’Educazione e soprattutto hanno passione. Perché mai, nonostante tutto, tanti giovani scelgono ancora questa professione? Come sosteneva Dewey, "l’educazione è lo scopo, uno scopo che ci deve vedere uniti, in dialogo, in ascolto reciproco. Solo così potremo sperare nel buon cambiamento".
fonte: orizzonte scuola
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