Leaderboard

8 ott 2024

Sweetheart Roland dei fratelli Grimm

C’era una volta una donna che era una strega e aveva due figlie: una, brutta e cattiva, era la sua figlia; l’altra, buona e bella, era la figliastra. 

Ed ella tanto amava la prima, quanto odiava la seconda. 

Un giorno la figliastra aveva un bel grembiule che piaceva all’altra, tanto che quest’ultima,invidiosa, andò dalla madre e disse: “Quel grembiule deve essere mio”. “Stà tranquilla, bimba mia, lo avrai” disse la vecchia. 

“La tua sorellastra ha meritato la morte da un pezzo, e questa notte, mentre dorme, verrò a tagliarle la testa. Bada solo di coricarti dietro e spingila ben bene sul davanti.” 

La povera fanciulla sarebbe stata perduta se, per caso, non si fosse trovata in un angolo da cui poté sentire tutto. Quando fu l’ora di andare a dormire, lasciò che si coricasse prima la sorella cattiva, e che si mettesse dietro, come desiderava; ma non appena questa fu addormentata, la sollevò e la mise sul davanti vicino al bordo del letto, prendendo il suo posto dall’altra parte. Durante la notte entrò quatta quatta la vecchia: nella mano destra aveva una scure, mentre con la sinistra tastava se c’era qualcuno sul davanti; poi afferrò la scure con ambo le mani e spiccò la testa alla propria figlia. 

Quando se ne fu andata, la figliastra si alzò, corse dal suo innamorato, che si chiamava Orlando, e bussò alla sua porta. Quand’egli uscì, gli disse: “Ascolta, mio diletto, dobbiamo fuggire più in fretta possibile: la matrigna voleva uccidermi, ma ha colpito sua figlia. 

Quando si fa giorno e vede ciò che ha fatto, siamo perduti”. Orlando disse: “Però dobbiamo portarle via la bacchetta magica, altrimenti, se c’insegue, non possiamo salvarci”. 

La fanciulla prese la bacchetta magica, poi afferrò la testa della morta e lasciò cadere a terra tre gocce di sangue, una davanti al letto, una in cucina, una sulla scala. E fuggì con l’innamorato. 

Al mattino, quando la strega si alzò, chiamò sua figlia per darle il grembiule, ma quella non venne. Allora gridò: “Dove sei?” “Qui sulla scala che spazzo!” rispose una goccia di sangue. 

La vecchia uscì ma non vide nessuno sulla scala e gridò di nuovo: “Dove sei?” “Qui in cucina che mi scaldo!” rispose la seconda goccia di sangue. La vecchia andò in cucina, ma non trovò nessuno; allora gridò per la terza volta: “Dove sei?” “Ah, sono qui nel letto che dormo!” disse la terza goccia di sangue. Ella entrò nella camera e si accostò al letto. E cosa vide? 

Sua figlia era immersa in una pozza di sangue e lei stessa le aveva tagliato la testa. La strega andò su tutte le furie, si precipitò alla finestra e, poiché‚ vedeva assai lontano, scorse la fanciulla che fuggiva con il suo diletto.

 “Avete già fatto un bel pezzo di strada” gridò “ma non servirà a nulla: vi raggiungerò lo stesso!” Infilò i suoi stivali delle sette leghe e, dopo aver fatto un paio di passi, li aveva già raggiunti. Ma la fanciulla, ben sapendo che li avrebbe inseguiti, con la bacchetta magica trasformò il suo diletto Orlando in un lago e se stessa in un’anitra che nuotava in mezzo al lago. 

La strega si fermò sulla riva e cercò di attirare l’anitra gettandole briciole di pane; ma essa non si lasciò sedurre e, alla sera, la vecchia dovette tornarsene a casa senza avere concluso nulla. 

La fanciulla e il suo innamorato ripresero il loro aspetto umano e camminarono tutta la notte, fino allo spuntar del giorno. Allora ella si trasformò in un bel fiore in mezzo a una siepe di spine, e il diletto Orlando in un violinista. 

Dopo poco tempo giunse la strega a grandi passi e disse al violinista: “Caro violinista, posso cogliere quel bel fiore?” “Certamente” egli rispose “intanto io suonerò.” E mentre la vecchia si introduceva di furia fra le spine cercando di raggiungere il fiore, che ben conosceva, il violinista si mise a suonare ed ella, volente o nolente, dovette ballare, poiché‚ era una danza incantata. 

Egli continuò a suonare, e la strega fu costretta a ballare senza posa; le spine le strapparono le vesti di dosso, la punsero e la scorticarono, finché‚ alla fine ella giacque a terra morta. 

Liberatisi della strega, Orlando disse: “Ora andrò da mio padre a preparare le nozze” “Intanto io resterò qui ad aspettarti” rispose la fanciulla “e perché‚ nessuno mi riconosca, mi voglio tramutare in una pietra rossa.” Così Orlando se ne andò, e la fanciulla rimase nel campo ad aspettarlo, trasformata in pietra rossa. Ma quando Orlando arrivò a casa, fu ammaliato da un’altra e scordò la sua vera fidanzata. 

La poverina attese a lungo, ma vedendo che non tornava, divenne triste e si tramutò in un fiore pensando che qualcuno l’avrebbe calpestata. Ma avvenne che un pastore pascolasse con le sue pecore in quel campo; scorse il fiore e, poiché‚ era tanto bello, lo colse, lo portò con sé e lo mise nel suo armadio dicendo: “Non ho mai trovato un fiore così bello”. 

Ma da quel giorno ne capitarono delle belle in casa del pastore! Quando si alzava al mattino, tutte le faccende di casa erano già sbrigate: la stanza era spazzata e spolverata, il fuoco acceso, il secchio riempito al suo posto; e a mezzogiorno, quando rincasava, in tavola era già servito un bel pranzetto. 

Egli non capiva come fosse possibile, poiché‚ non vedeva mai anima viva; e anche se gli piaceva essere servito così bene, finì con l’impaurirsi e andò a chiedere consiglio a un’indovina. Ella disse: “C’è sotto una magia: domani mattina, all’alba, guarda bene se non si muove nulla nella stanza; se vedi qualcosa, buttaci sopra in fretta un panno bianco: l’incanto si romperà”. 

Il pastore fece come gli era stato detto, e il mattino seguente vide aprirsi l’armadio e uscirne il fiore. D’un balzo egli vi gettò sopra un panno bianco. Subito cessò la magia: davanti a lui c’era una bella fanciulla, colei che si era presa cura della sua casa. 

Ed era tanto bella che il pastore le domandò se voleva diventare la sua sposa, ma ella rifiutò perché‚ voleva rimanere fedele al diletto Orlando; tuttavia promise di non andar via e di continuare a occuparsi della casa. Intanto si avvicinava il giorno in cui Orlando doveva maritarsi e, secondo un’antica usanza, furono avvertite tutte le ragazze del paese, perché‚ si presentassero a cantare in onore degli sposi. 

La fedele fanciulla, quando udì che il suo diletto Orlando stava per sposare un’altra, si rattristò tanto che credette le si spezzasse il cuore, e non voleva andarci; ma alla fine vi fu costretta. 

Quando toccò a lei cantare, si tirò indietro, finché‚ si trovò a essere l’ultima; allora non poté più sottrarsi e cantò. Ma all’udirla Orlando saltò in piedi e gridò: “Questa è la vera sposa e non ne voglio altra!” Egli l’aveva riconosciuta dalla voce, e tutto ciò che aveva dimenticato gli era ritornato in cuore. Così la fanciulla fedele sposò il suo diletto Orlando, e il dolore si mutò in gioia.

Nessun commento:

Posta un commento