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27 ago 2018

Il disperato amore di Didone

Il disperato amore di Didone
Enea, figlio di Anchise e di Afrodite, è il più giusto e mite dei principi troiani. Tuttavia, per difendere la sua città, combatte valorosamente. Afrodite impedisce che muoia nell'incendio di Troia e lo salva insieme al figlio Ascanio.

Una tempesta costrinse Enea ad approdare a Cartagine, città africana su cui regnava Didone, dopo la morte Sicheo. La regina diede un banchetto in onore dei troiani ed Enea raccontò la triste sorte di Troia. Attratta dall'aspetto gentile di Enea, Didone se ne innamorò. Il mattino dopo si confidò alla sorella Anna, che la incoraggiò: "Perché ti tormenti? Non puoi restare per sempre fedele alla memoria di Sicheo : sei una regina e devi pensare al bene di Cartagine. Enea è valoroso, sarà un sostegno per te e per la città".



Rassicurata, la regina colmò di attenzioni l'eroe, che abbandonò l'idea di raggiungere l'Italia. La notizia giunse alle orecchie di Giarba, un re africano che era stato respinto dalla regina di Cartagine. E poiché era molto devoto a Zeus si lamentò col dio : "Come puoi permettere allo straniero di conquistare la donna che si è negata a me?" Come al solito, Zeus mandò Ermes a risolvere il caso. 

Il dio alato raggiunse Enea e lo rimproverò: "Stai perdendo del tempo, in Africa. Non sai che ti attende una grande impresa ? Lascia gli amori passeggeri e va' incontro al tuo destino, che si compirà dall'altra parte del mare".

Enea doveva obbedire agli dei e a malincuore diede l'addio a Didone. La povera regina lo implorò, pianse, lo maledisse, sperando che Enea rinunciasse a partire. Al mattino, dopo una notte insonne, vide la nave dei troiani allontanarsi dal porto e fu colta dalla disperazione. 

Enea aveva lasciato nella stanza la sua spada. Didone la prese e se la ficcò con forza nel petto. Al suo grido accorse Anna, che la raccolse nelle sue braccia mentre moriva invocando il nome dell'amato.

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