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7 mar 2018

Una piccola fedeltà di Luca Saltini

Una piccola fedeltà  di Luca Saltini
Achilina è una donna molto forte. 

Vive in Romania negli anni della dittatura di Ceausescu ed è costretta a subire la passione di un funzionario del regime, Viktor Janku, venditore del petrolio di Stato, corrotto, ricattatore.

Achilina non può sottrarsi, ma lo disprezza senza nasconderglielo, e Janku trova il modo di riscattare il proprio orgoglio esibendola come un trofeo e allo stesso tempo umiliandola alla presenza di uno straniero con il quale fa affari. 


Si tratta del trader italiano Augusto Castiglioni, determinato ad arricchirsi e a sfruttare tutte le possibilità offerte dal petrolio rumeno. 

L'uomo accetta la situazione per opportunismo e perché lui stesso subisce il ricatto di Janku e, pur essendone disgustato, non riesce a uscire da questo gioco perverso. 

Anzi, il fascino doloroso, ma fiero e indomito, di Achilina non può che bruciare anche lui, rendendo il gioco anche terribilmente pericoloso

È Castiglioni a raccontare la storia, a distanza di anni, ormai anziano e recluso in una clinica di lusso nella quale sta aspettando di scoprire quale sia la natura della misteriosa malattia che lo ha colpito e lo sta paralizzando. 

Una distanza non solo temporale e geografica da una dittatura che non c'è più e da un'epoca profondamente mutata. 

Oggi Castiglioni è prigioniero di un letto come allora lo fu di un mondo, ma i suoi fantasmi tornano a visitarlo, a chiedergli ragione delle sue scelte e a rivelargli quanto ancora non sa o non ha compreso, perché il senso profondo della nostra vita a volte fa lunghi giri prima di illuminarsi all'improvviso. 

I grandi amori, i grandi gesti impegnano, turbano, devastano, ma qualche volta la salvezza arriva da dove proprio uno non se l'aspetta, da una piccola fedeltà.

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