“FilosofI in libertà” è il clamoroso esordio (1958) di Umberto Eco nel campo, da lui stesso definito, della saggistica leggera.
Un piccolo Bignami, si potrebbe dire, della storia della filosofia in forma di filastrocca, un genere assai familiare fin dall’infanzia di Eco, assiduo lettore del “Corriere dei Piccoli”. Ai testi si accompagnano talvolta delle argute, sapide vignette dell’autore, in armonia con il costume satirico espresso da testate come “Candido” e “Il Travaso”.
Pubblicato in tiratura numerata di 500 copie, esce firmato con lo pseudonimo Joyciano Dedalus, anche per il rischio di compromettere la carriera accademica del giovane Eco.
Questa nuova edizione è integrata dalla sezione “Scrittori in libertà”, dedicata a Proust, Joyce e Thomas Mann, tra i prediletti dell’autore.
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