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20 gen 2016

Addio ad Ettore Scola: Bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo. Peccato che sia sempre più difficile

Addio ad Ettore Scola: Bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo. Peccato che sia sempre più difficile
"Bisogna saper ridere di sé per ironizzare sul mondo. Peccato che ogni anno che passa sia sempre più difficile". 

Era nato a Trevico (Avellino) il 10 maggio 1931.

Maestro del cinema italiano, Scola era noto per capolavori come 'C'eravamo tanti amati' (1974), 'Una giornata particolare' (1977) e 'La famiglia' (1987). Scola era in coma da domenica sera. La notizia della sua morte ha aperto questa mattina tutti i notiziari delle radio e delle tv francesi, che hanno ricordato il regista con emozione. "Ettore Scola, maestro del grottesco e dei rimpianti" titola il sito on line di Le Monde, che esce nel pomeriggio e che dedica alla morte del regista la sua notizia di apertura.

E' venuto tanto spesso a Cannes. Mi sento infinitamente triste e orfano: questo il tweet dell'ex presidente del Festival di Cannes. "Con Scola - continua Jacob - se ne va una fetta del cinema italiano di tutti i tempi. Critico sulla società, innamorato dei suoi antieroi, sorridente".

Nato a Trevico, in Irpinia, nel 1931, si trasferisce con la famiglia a Roma, dove frequenta il Liceo classico Albertelli. Studente di legge, disegnatore e battutista sul 'Marc'Aurelio' di Ruggero Maccari e poi autore alla radio per le gag di 'Mario Pio' cucite su misura per Alberto Sordi, Scola cresce nel cinema italiano come un 'ragazzo di bottega'. 

I suoi maestri sono Ruggero Maccari, Mario Mattoli, Steno, Antonio Pietrangeli ma anche Totò e Sordi. Eppure è a Vittorio De Sica che poi dedicherà il suo capolavoro 'C'eravamo tanto amati' del '74 ed è al neorealismo che guarderà con 'Una giornata particolare' del 1977, scritto con Maccari da un'idea di Maurizio Costanzo, forse il punto più alto della sua collaborazione con l'amico Marcello Mastroianni che avrebbe diretto in ben nove film. 

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