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8 feb 2016

La vera storia di San Valentino: tra mito e realtà aspettando la festa degli innamorati( 14-02-2016)

La vera storia di San Valentino
San Valentino nacque a Interamna Nahars, (odierna Terni), nel 176 e, morì a Roma nel  273. Fu un vescovo e un martire cristiano.

Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e successivamente dalla Chiesa anglicana, è considerato impropriamente patrono degli innamorati.

Dopo essersi convertito al cristianesimo, divenne Vescovo, ordinato da san Feliciano di Foligno nel 197. Nel 270, Valentino, giunto a Roma, voleva predicare il Vangelo e, convertire i pagani. Claudio II il Gotico, volle che terminasse la celebrazione religiosa e, tento' di costringerlo ad abiurare la propria fede.
Ma Valentino si rifiutò e, fu graziato dall'esecuzione capitale, grazie all'intercessione di una nobile famiglia.

Valentino venne arrestato di nuovo, sotto Aureliano, successore di Claudio II. Poiché la popolarità di Valentino stava aumentando, i soldati romani lo catturarono e lungo la via Flaminia venne decapitato nel 273 per mano del soldato romano Furius Placidus.
È considerato il patrono degli innamorati poiché la leggenda narra che egli fu il primo religioso che celebrò l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana. 

La festa di San Valentino fu istituita un paio di secoli dopo la morte di Valentino, nel 496, quando papa Gelasio I decise di sostituire alla festività pagana della fertilità (i Lupercalia dedicati al dio Luperco) una ispirata al messaggio d'amore diffuso dall'opera di san Valentino.
Tale festa ricorre annualmente il 14 febbraio ed oggi è conosciuta e festeggiata in tutto il mondo.

La Chiesa cattolica  voleva cristianizzare il rito pagano per la fertilità. Per gli antichi romani, il mese di febbraio era il periodo della rinascita. Quindi, bisognava festeggiare i Lupercali, per tenere i lupi lontano dai campi coltivati. I sacerdoti di questo ordine entravano nella grotta in cui, secondo la leggenda, la lupa aveva allattato Romolo e Remo e compivano sacrifici propiziatori. 

Nelle varie strade della città veniva sparso il sangue di alcuni animali. I nomi di uomini e donne che adoravano questa divinità venivano inseriti in un’urna e poi mischiati. Infine, un bambino estraeva i nomi di alcune coppie che, per un intero anno avrebbero vissuto in intimità, fino a quando il rito della fertilità non fosse concluso.  

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