La Corte Suprema ha respinto il ricorso: Apple dovrà pagare 450 milioni di dollari per aver violato le leggi federali dell'Antitrust statunitense, aumentando i prezzi degli ebook con la complicità di cinque editori (Hachette Book Group, HarperCollins Publishers LLC, Macmillan, Penguin Group Inc e Simon & Schuster Inc).
"Non abbiamo fatto nulla di sbagliato", aveva dichiarato un portavoce di Apple dopo la sentenza della Corte d'Appello.
In questo modo, secondo il giudice che si occupò in primo grado della vicenda: "complici gli accordi stipulati con Apple, i prezzi del nascente settore degli eBook aumentarono sensibilmente, in alcuni casi del 50% o più per un singolo titolo".
Davanti alla Corte D'Appello di New York, l'avvocato del DoJ Lawrence Buterman, aveva descritto, con dovizia di particolari, "lo schema messo in piedi da Apple" che aveva, "scientemente e intenzionalmente aiutato" gli editori ad alzare i prezzi. Una "cospirazione" svelata da un'email inviata da Steve Jobs a James Murdoch, nella quale il fondatore della mela scriveva che "le vendite di Amazon a 9,99 dollari rischiavano di erodere la reale percezione del valore dei prodotti editoriali e che Apple avrebbe tentato di fissare soglie di prezzo più alte".
Nel 2010, pianificando il proprio ingresso nel mercato degli eBook, Apple aveva dunque convinto i cinque editori in questione a cambiare i termini dell'accordo, passando a un modello in cui erano loro a stabilire il prezzo finale per i libri, e non il rivenditore.
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