Quattrocento pentole di rame, strumenti di cottura che rappresentano almeno 100 specialità gastronomiche diverse. E poi centinaia di oggetti minuti: rotelle, coltelli, posate varie. Più di 700 stampi da cioccolato, arnesi curiosi per distillare liquori, una ventina di grandi macchinari tra cui impastatrici «tuffanti» e «planetarie», sfogliatrici e caldaie da canditura.
Valerio Angelino Catella ha raccolto oltre 6 mila esemplari:
«Passai per caso in un mercatino dove un venditore esponeva vecchi stampi per uova pasquali in cioccolato. Chiesi il prezzo con l’intenzione di regalarli a un amico pasticciere, ma Mario (che negli anni è diventato un carissimo amico) mi disse che a casa ne possedeva molti altri avendo ritirato un’intero magazzino a Torino della Sartorio. A quel punto fissai un’appuntamento. E quella fu la fine. Decine di cose che neppure io sapevo bene cosa fossero: arnesi, teglie, ferri. Come andò a finire? Tre viaggi col furgone e 1 milione di lire: acquistai tutto quanto».
Al Ricetto di Candelo, borgo medievale in cui nelle strette vie acciottolate furono costruite cantine e granai in cui mettere al sicuro le provviste dalle incursioni nemiche, Catella ha acquistato una cellula che sta trasformando in un «piccolo museo delle cose da cucina e da pasticceria». Ottocento pezzi sono già in mostra ma sono sette volte tanto quelli che attendono pazienti in scatoloni e scaffali di essere mostrati a cuochi, appassionati e golosi.
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