La disciplina è stata ideata da Harold Dull negli anni '80 e ultimamente si è diffusa in Italia grazie al lavoro di Gianni De Stefani.
Nello woga si praticano le stesse posizioni classiche dello yoga (le asana), con una particolare attenzione alla respirazione (pranayama), che in acqua funziona in modo diverso rispetto alla terraferma: i movimenti sono più lenti e si gestisce il flusso dell'aria nel corpo in modo differente.
Lo woga ha maggiori benefici rispetto allo yoga: la pressione dell'acqua agisce da resistenza rispetto ai movimenti del corpo, rendendoli più lenti, e la densità del liquido, che è maggiore di quella dell'aria, aiuta a far mantenere più a lungo le posizioni difficili. Questo porta a risvegliare zone specifiche dell'organismo compresi i canali energetici del corpo, con una conseguente crescita del benessere psicofisico.
L'acqua inoltre induce a una meditazione molto naturale e a una coordinazione motoria maggiore. Inoltre, con lo woga lo sforzo fisico è ridotto al minimo e, le articolazioni non sono sollecitate, con conseguente rilassamento del blocchi muscolari e un diffuso senso di pace.
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