Ares, il dio della guerra, sanguinario e brutale, ottiene l'amore della bella Afrodite, ma è antipatico a tutti gli dei, compreso suo padre Zeus. Le imprese vittoriose però non sempre arridono al rissoso Ares, anzi...
Due giganti, Oto ed Efialte, si erano addirittura messi in mente di dare la scalata all'Olimpo e scacciarne Zeus. E poiché possedevano una forza sovrumana, Zeus avrebbe preferito evitare lo scontro. Ma i due, per concedere una tregua, pretendevano di portarsi via in ostaggio Era ed Artemide. Furioso per tanta sfacciataggine, Zeus mandò contro di loro Ares, convinto di vederlo tornare vincitore. Ma passava il tempo, e il suo erede più bellicoso non faceva ritorno.
Sembrava sparito insieme ai suoi nemici, i due giganti. Lo ritrovò per caso Ermes, che grazie ai suoi calzari alati girava continuamente per il mondo. Una notte si addormentò sulla paglia di un granaio, ignorando di essere capitato proprio in uno dei rifugi segreti di Oto ed Efialte. Fu risvegliato da un rumore che proveniva da un grande vaso di bronzo, nascosto nella paglia. Insospettito si avvicinò e si avvide che il vaso era tappato con un coperchio pesantissimo.
Ci picchiò sopra, e qualcuno dall'interno rispose, Era Ares che i giganti avevano imprigionato e che da solo non riusciva a liberarsi. Unendo i loro sforzi gli dei riuscirono ad aprire la strana prigione ed Ares finalmente poté uscire, sporco e malconcio. Si racconta che Zeus, per vincere i giganti, non ricorse più al dio della guerra, ma ad Artemide.
La dea si trasformò in cerva e apparve davanti ai due mentre, armati d'arco, attraversavano il bosco. Entrambi avrebbero voluto uccidere quel bellissimo animale e cominciarono a scoccare un nugolo di frecce. Saltando qua e là, la dea cerva fece in modo di evitare i loro dardi ed ottenne che i due cacciatori si colpissero l'un l'altro e morissero.
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