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4 apr 2019

I cocci del mio alfabeto di Filomena Lombardo

I cocci del mio alfabeto di Filomena Lombardo
Venerdì 12 aprile 2019, ore 18.00
Casina Pompeiana, interno di Palazzo Venezia
Via Benedetto Croce 19, Napoli

Presenta e introduce: Enrico Inferrera, scrittore e poeta
Modera: Italo Arcuri, editore

Le parole sono importanti, hanno un peso e portano con sé un carico di responsabilità. Una sostanza che è carne e spirito, corpo e anima, delicata e cagionevole, deperibile e gracile. Come la memoria e la curiosità di riscoprire i testi antichi e riflettere insieme sull’origine e il senso delle parole di tutti i giorni. Sono i temi che sviluppa il libro "I Cocci del mio alfabeto" (Emia Edizioni) testo divulgativo dell’archeologa Filomena Lombardo, che verrà presentato venerdì 12 aprile, alle 18.00, presso la Casina Pompeiana di Palazzo Venezia, in Via Benedetto Croce. 

Con l’autrice interverranno l’editore, Italo Arcuri ed Enrico Inferrera, Presidente di Confartigianato Napoli, qui in veste di scrittore (con Vite Bisestili, Edizioni Creativa) e poeta (con la raccolta Diversi Paralleli, Edizioni Creativa), del quale verrà presto dato alle stampe il secondo romanzo.


Da "Amore", inteso come principio propulsore di tutte le cose, a "Zeus" sintesi dell’Universo e della completezza, passando per “Armonia”, “Bellezza”, “Umiltà” e, termine più significativo di tutti, “Tempo” la scrittrice ci suggerisce, attraverso un agevole dizionario di prosa in versi, nuove interpretazioni e chiavi di lettura del tutto originali della storia, del mito, dell'arte, della letteratura e della vita

“Il tempo è un concetto che si presenta sotto molti punti di vista, anche filosofici. Non facciamo che descriverlo e rincorrerlo, intendendolo sempre lineare, come nella tradizione giudaico-cristiana, mentre mi piace l’idea di riportare al centro un senso del tempo platonico, fatto di istantaneità e di attimi vissuti – afferma l’autrice – L’obiettivo dell’opera è incuriosire il lettore e invogliarlo a riscoprire queste discipline dimenticate”.

Una raccolta preziosa, fatta di frammenti, “cocci” appunto (dal greco ostrakon, conchiglia), che insieme formano un mosaico fatto di filologia, classicamente intesa, lessicologia, modernamente interpretata e prosaicità, avvedutamente ispirata, che formano ciascuno di noi. 

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