Una principessa egiziana indossa le vesti di un cigno selvatico e vola in una palude per raccogliere un fiore che guarirà il re d’Egitto. Qui si toglie il piumaggio e entra nuda nella palude, ma viene vista dal re Marsh che la rapisce, la porta sul fondo della palude e la violenta.
Dopo qualche mese sulla superficie dell’acqua si apre un giglio al cui interno c’è una bambina. Una cicogna porta la bimba dalla moglie di un signore vichingo che la chiama Helga.
Helga crescendo diventa sempre più bella, ma è malvagia e ama sguazzare nel sangue degli animali. Tuttavia di notte si trasforma in una piccola rana, dall’animo gentile, ma dall’aspetto orribile e può solo gracidare la sua tristezza.
Quando Helga compie 16 anni, il padre adottivo cattura un prete cristiano: Helga vorrebbe lasciarlo sbranare dai cani selvaggi, ma il padre decide per un sacrificio più tradizionale con coltello. Helga allora pugnala un cane, tanto per vedere se il coltello sia abbastanza affilato.
Ma la notte la rana Helga salva il sacerdote e fuggono via sul cavallo della ragazza.
Si giunge al mattino, la bella Helga cerca di pugnalare il prete, ma questi usa il simbolo della croce e lei diventa muta.
I due incontrano dei ladri: il prete viene trucidato e gli uomini stanno per prendere la ragazza, quando il sole cala e lei si trasforma, facendo fuggire gli uomini. A questo punto Helga rende omaggio al segno della croce, la sua pelle di rana cade come per magia e non ritorna mai più.
La fanciulla si addormenta e quando si sveglia vede il fantasma del prete e del cavallo davanti a lei. Cavalcano via insieme fine alla palude dove Helga è stata concepita e il prete salva la madre naturale di Helga dall’acqua.
I fantasmi ora spariscono e madre e figlia tornano in Egitto, dove Helga si sposa con un principe arabo. Ma la notte delle nozze, il fantasma del prete torna da Helga per mostrarle lo splendore del Paradiso: la ragazza passa solo tre minuti qui, ma quando torna sulla Terra scopre che sono trascorsi centinaia di anni. Il suo corpo si riduce in polvere e di lei rimane solo un giglio d’acqua.
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