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26 ott 2021

Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone di Maurizio de Giovanni

Il nuovo e atteso libro di Maurizio de Giovanni, dal titolo Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone (Einaudi, 2021), è dedicato alla madre che, lo ha spronato e incitato all’arte di raccontare storie. 

Angelo prima, angelo adesso è il nuovo romanzo  che conferma l’indubbio talento dell’autore partenopeo, stimato dalla fedeltà dei suoi lettori per la serialità, mai scontatamesempre interessante, dati i vari colpi di scena, creati magistralmente dall'autore.
L’omicidio è uno strappo, non una semplice scucitura. Il tessuto sociale non sarà mai più lo stesso. Resterà una brutta cicatrice a ricordare che qualcuno ha deciso di togliere qualcun altro dalla faccia della terra sostituendosi alla malattia, alla vecchiaia, al destino, a Dio. Certo, se ne può trovare il colpevole: ma sarà solo aggiungere una vittima all’altra. Il nostro mestiere, pensava Lojacono, quando ci si trova davanti a un cadavere, non differisce poi molto da quello di un sarta davanti a un paio di pantaloni strappati. A parte il disordine, è ovvio. Quello era un’altra cosa”.
Il cadavere rinvenuto è quello di un uomo riverso a faccia in giù, nella sua officina, con indosso una tuta da meccanico; sul retro della testa si allarga una macchia scura che continua sul pavimento. 

Nel locale mal illuminato da un neon al centro del soffitto, ci sono solo un’automobile rossa sollevata su un ponte e una motocicletta di grossa cilindrata con il motore parzialmente smontato, che non sembrano nemmeno in riparazione tanto sono pulite e luccicanti.

Strano che tutto sia così in ordine: nessun segno di colluttazione, non uno sbaffo di grasso, una macchia d’olio o un attrezzo fuori posto… Nando, il signor Iaccarino, il proprietario dell’attività, è - anzi, “era” – un vero artista. 

Si occupava di un’automobile e di una moto per volta; non aveva lavoranti, garzoni o giovani di bottega, perciò l’unico modo di ricevere assistenza era che avesse riparato il veicolo precedente e potesse prenderne in carico un altro. Per qualcuno Iaccarino era più di un genio, perché faceva miracoli: era un angelo. 

È Lojacono a ritrovare l’arma del delitto: una chiave inglese insanguinata, ma senza impronte digitali, lasciata sul bancone, ordinatissimo e sovrastato dagli attrezzi esposti come in un negozio di ferramenta. Quanto al movente, cinquecento euro in contanti insieme alla distinta di prelevamento presso un’agenzia bancaria per la somma di trentamila euro, di cui non c’è nessuna traccia, possono benissimo costituire una buona ragione per uccidere. 

Il fatto che la figlia della vittima sia la fidanzata di Roberto Cortese, finanziere, industriale, manovratore di politici e animatore del jet set caprese, oltre a complicare le cose, rende necessari discrezione e massimo rispetto.

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