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26 dic 2021

Leggende e tradizioni folkloristiche dell'antico capodanno romano

Non si stava a casa a Capodanno, nell’Antica Roma, anzi. 

Si doveva lavorare più assiduamente per far piacere agli dei, e soprattutto al dio Giano. A lui venivano offerte delle speciali focacce a base di formaggio e uova. 

Le offerte provenivano direttamente dalle mani del Pontefice Massimo, il sacerdote che aveva il compito di presiedere tutti i riti più importanti a nome dell’impero. Giano, infatti, odiava l’ozio e il riposo era considerata pigrizia. 

Chi cedeva a questo vizio andava contro il piacere dei numi. Il primo di gennaro era un giorno speciale anche per Bacco, la divinità del vino e delle feste (il Dioniso greco in versione romana). 

Egli era venerato dalle “tabernae”. Quindi, oltre le focacce di Giano, anche i fiumi di vino rosso erano, e sono tutt’oggi, una particolarità di questa importante celebrazione. 

E l’usanza di brindare alla mezzanotte, molto probabilmente, deriva anche da questo. Sicuramente, la nascita di Gesù fissata il 25 dicembre è stata stabilita proprio per sostituire la festa dedicata a Bacco. 

Questa divinità era anche definito “il dio bambino”. Una chicca che agli storici piace tanto raccontare nei loro documentari. Poiché ogni cosa riguardi il Capodanno a Roma è strettamente legata al dio Giano, come abbiamo detto, è giusto fare un riassunto della sua origine e del significato del suo culto. Al prossimo post, però...

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