Si doveva lavorare più assiduamente per far piacere agli dei, e soprattutto al dio Giano. A lui venivano offerte delle speciali focacce a base di formaggio e uova.
Le offerte provenivano direttamente dalle mani del Pontefice Massimo, il sacerdote che aveva il compito di presiedere tutti i riti più importanti a nome dell’impero.
Giano, infatti, odiava l’ozio e il riposo era considerata pigrizia.
Chi cedeva a questo vizio andava contro il piacere dei numi.
Il primo di gennaro era un giorno speciale anche per Bacco, la divinità del vino e delle feste (il Dioniso greco in versione romana).
Egli era venerato dalle “tabernae”. Quindi, oltre le focacce di Giano, anche i fiumi di vino rosso erano, e sono tutt’oggi, una particolarità di questa importante celebrazione.
E l’usanza di brindare alla mezzanotte, molto probabilmente, deriva anche da questo.
Sicuramente, la nascita di Gesù fissata il 25 dicembre è stata stabilita proprio per sostituire la festa dedicata a Bacco.
Questa divinità era anche definito “il dio bambino”. Una chicca che agli storici piace tanto raccontare nei loro documentari.
Poiché ogni cosa riguardi il Capodanno a Roma è strettamente legata al dio Giano, come abbiamo detto, è giusto fare un riassunto della sua origine e del significato del suo culto. Al prossimo post, però...
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