I festeggiamenti per questo evento avvengono da migliaia di anni e ci sono tantissime storie e leggende legate all’origine della celebrazione del Capodanno Romano.
Inizialmente il calendario nell’Antica Roma consisteva in trecentoquattro giorni (ne mancavano, dunque, sessantuno) e in dieci mesi (due in meno rispetto al nostro).
Mentre l’inizio di ogni nuovo anno veniva festeggiato con l’equinozio della stagione primaverile. Pare, secondo una leggenda, che sia stato lo stesso fondatore della Città Eterna. Ossia Romolo, a istituire il primo capodanno della storia nell’VIII secolo avanti Cristo.
Numa Pompilio, invece, che seguì a Romolo come sovrano di Roma, sembrerebbe il responsabile dell’invenzione dei mesi di Gennaro e Februario. Infine, Giulio Cesare, che si autoproclamò imperatore di Roma, il primo della storia dopo una lunga Repubblica.
Nel 46 a.C. decise di cambiare ulteriormente il calendario, essendosi consultato con molti astronomi e studiosi, poiché il conteggio dei giorni non era più in sincronia con il ciclo solare. Così fu introdotto il Calendario Giuliano.
Molto simile al nostro attuale calendario gregoriano utilizzato in quasi tutti i paesi del mondo.
Poiché Cesare voleva onorare il dio Giano, nume del cambiamento rappresentato come un due facce.
Questo nume veniva celebrato nel mese di gennaio, si decise di spostare il capodanno dall’equinozio di primavera alla notte precedente il primo di Gennaro.
Durante il Medioevo in Europa, i capi di Stato cristiani decisero di sostituire il primo gennaio come festività di capodanno con il 25 dicembre (molto più importante dal punto di vista religioso, poiché vi si ricorda la nascita di Gesù) e con il 25 marzo (l’Annunciazione).
Fu Papa Gregorio XIII a ristabilire il capodanno alla data odierna, ossia quella del primo di gennaio, nel 1582.
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