Apollo s’innamorò di un giovane della Laconia, Giacinto, figlio di Amicla, e per stare assieme a lui tralasciò tutte le sue principali attività, trasportando invece le reti e tenendo i cani al guinzaglio quando quest’ultimo andava a caccia. Un giorno i due si spogliarono, si unsero d’olio d’oliva, ed iniziarono una gara di lancio col disco: Apollo lo fece volare in aria per primo, e Giacinto corse a riprenderlo, tuttavia, toccata terra, questo gli rimbalzò sul volto, ferendolo a morte.
Apollo cercò di salvarlo, ma non poté nulla contro il destino, decise, comunque, di trasformarlo in un fiore color rosso porpora, proprio come il suo sangue, e col suo stesso nome, giacinto, affinché del giovane e del profondo dolore del dio per la sua morte si conservasse memoria in eterno.
Coltivati già dai Greci e dai Romani, i giacinti sono fra i fiori più celebrati da scrittori e poeti antichi.
A Sparta nel momento della loro fioritura si tenevano le feste giacinzie e le ragazze greche indossavano corone di giacinti alle nozze dei loro fratelli.
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