Durante la Seconda Guerra Mondiale, Nino, un giovane panettiere siciliano, vede il proprio destino stravolto dall’armistizio dell’8 settembre.
Confuso dalla nuova situazione, crede di poter tornare a casa, tra le montagne delle Madonie, ma il treno su cui viene fatto salire lo conduce oltre le Alpi, in un campo di prigionia tedesco.
Qui, privo persino dello status di prigioniero di guerra, è costretto a subire privazioni estreme, mentre fame, freddo e paura lo accompagnano ogni giorno.
L’amicizia con Lorenzo, un giovane toscano dall’animo vivace, e con il Piemontese, un massiccio macellaio che governa le cucine del campo in cui lavora, rappresenta il suo unico conforto.
La notte di Capodanno del 1944, approfittando del caos dei festeggiamenti, i tre decidono di fuggire dal campo. Ma la libertà si rivela una prova ancora più dura: il gelo dell'inverno, la difficoltà di reperire cibo e l’ostilità di una popolazione impaurita rendono il viaggio verso casa un’odissea estenuante.
La Sicilia sembra un miraggio lontano, e ogni passo è una perdita di innocenza e giovinezza. Eppure, a sostenere Nino lungo il cammino, c’è il calore degli affetti e il ricordo della sua terra: il profumo dei biscotti di suo padre, il sapore dei babbaluci in umido e i baci di Maria Assunta che spera di poter riabbracciare un giorno.
Questi ricordi, come le lumache rosse che emergono dalla terra dopo la pioggia, lo nutrono e lo spingono a continuare il suo viaggio attraverso territori occupati, battaglie partigiane e bombardamenti alleati.
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