Google Books, digitalizzare è legittimo?
Si, perchè consolida il copyright, vale a dire la costruzione di un patrimonio di conoscenza comune.
Ma...
Gli autori sono sul piede di guerra e, temono per le loro entrate.
La Corte d'Appello del Secondo Circuito degli Stati Uniti ha confermato che l'opera di digitalizzazione dei libri contenuti nelle biblioteche, da parte di Google, nell'ambito del progetto di divulgazione Google Books, costituisce un utilizzo di materiali protetti dal copyright permesso dalla disciplina del fair use.
Authors Guild, associazione che tutela gli gli autori, da 9 anni porta avanti la sua battaglia, per la presunta violazione del copyright dei libri digitalizzati, senza il permesso degli aventi diritto.
Tuttavia, la sua azione e, richiesta di compensazione pari ad un totale di 2 miliardi di dollari, ha finora ricevuto pareri negativi: prima è stata bloccata dal tribunale la proposta di accordo stragiudiziale raggiunto con Big G, poi anche la richiesta di status di class action.
Google avrebbe fornito vitali benefici in ambito educativo e, in generale, pubblico, nonché la possibilità di accedere a numerosi nuovi dati "che aprono la strada a nuove possibili campi di ricerca".
Contro tale decisione Authors Guild aveva tentato di ricorrere in appello, affermando che l'opera di digitalizzazione rientrasse invece nel concetto di uso trasformativo che crea un sostituto alternativo all'originale e che Google, pur fornendo servizio gratuito di ricerca ed accesso ad un'anteprima del volume digitalizzato senza neanche collegarlo ad advertising, si avvantaggiasse di tali contenuti rafforzando il suo dominio nel campo del search, in cui già detiene un ruolo dominante. Un'ipotesi che avrebbe dovuto scongiurare la protezione del fair use, ma che non ha attecchito presso il tribunale.
Google è coerente con i principi del fair use, strumento per consolidare il vero intento del copyright, che "espande la conoscenza a favore del pubblico", primo beneficiario di un sistema del diritto d'autore, che tutela le creazioni e, i creatori proprio allo scopo di incentivarli a creare, a vantaggio della società.
"Lo scopo ultimo del copyright è quello di espandere la conoscenza pubblica ed il progetto Google Book fa esattamente questo - osserva PK - permettendo a ricercatori di risparmiare anni di ricerca per rintracciare libri rilevanti nelle biblioteche di tutto il mondo".
Authors Guild: "L'America deve la sua cultura letteraria alla protezione del copyright, è una sfortuna che invece il tribunale non veda gli effetti dannosi che l'opera di Google rischia di generare per gli autori", minacciati, , di veder compromesse le fonti di reddito su cui fanno affidamento per vivere.
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