Il film “Paradise”, diretto dal regista iraniano Sina Ataeian Dena ha vinto il premio “Miglior film” della prima edizione del concorso dei lungometraggi del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2016, la manifestazione di cinema internazionale, conclusa domenica 10 aprile a Lucca e a Viareggio.
Il premio è stato assegnato dalla giuria composta dal produttore Paulo Branco, dalla regista Susanna Nicchiarelli e dal critico cinematografico Claudio Bartolini (Film Tv).
Paradise racconta la storia di Hanieh, residente a Teheran.
La giovane donna di professione è un' insegnante, che ricopre malvolentieri il ruolo femminile, imposto dalla società iraniana.
Tante ragazze patiscono sofferenze immani, per colpa del regime.
Tutte loro sperano di vivere una vita diversa, che si vive altrove.
O meglio, l'universo che mostano televisioni, internet e viaggi.
Hanieh, ha 25 anni vive con la sorella, nella periferia estrema di Teheran.
Insegna in una scuola elementare femminile, all’altro capo della città, un sobborgo povero e desolato. Chiede il trasferimento a una scuola piu’ vicina, che le risparmi quel grande disagio, i mezzi pubblici sono quelli che sono, ovunque. Anche la burocrazia è quella che è, ovunque. Le procedure per ottenere il trasferimento sono lunghe e complesse.
Perchè questa ragazza è insoddisfatta?
Hanieh stessa, a un certo punto si domanda se ha davvero tutti i diritti di lamentarsi; si pone la domanda il giorno in cui, arrivata a scuola, scopre che due sue allieve non ci sono, sono scomparse. Probabilmente sono state rapite, succede spesso; e Hanieh si rende improvvisamente conto che i suoi problemi, le sue angosce, le sue infelicità, pur reali e concrete, sono poca cosa di fronte alle durissime realtà che devono patire mote delle ragazze della sua scuola.
Ecco, siamo al dunque, alla realtà che Sina Ataeian Dena vuole raccontarci: quella di una condizione femminile fatta di grande infelicità, di quasi assoluta solitudine, la prigionia di una società che considera la donna un’entità sottomessa, e praticamente senza libertà. La scena finale del film mostra un uomo in sella a una motocicletta che si allontana a gran velocità. Davanti a lui è seduta una bambina.
Rapimento o ennesimo stupro?
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