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27 dic 2020

Capodanno tra storia e leggende


Tanti anni fa il capodanno tradizionalmente non cadeva nel passaggio tra il 31 dicembre e il 1 gennaio: queste date derivano dal calendario giuliano, adottato nel 46 a.C. da Giulio Cesare, dal quale prende il nome. 

Il calendario giuliano riprende e modifica il calendario egizio, e una delle modifiche è l’adozione del 1 gennaio come inizio dell’anno, mentre in precedenza cadeva il 1 marzo. Nel 1582 questo calendario è stato sostituito dal calendario gregoriano, che in realtà è una modificazione del calendario giuliano, ed entrato in vigore con la bolla papale Inter Gravissimas del papa Gregorio XIII, dal quale prende il nome. 

Il calendario gregoriano compensa lo scarto tra anno solare e anno del calendario adottando l’anno bisestile ogni 4 anni. L’adozione del 1 gennaio come data di capodanno si deve quindi ai romani. 

Ma in precedenza non era così, come non lo è oggi per tanti popoli. 

Le traccie più antiche arrivano dagli antichi babilonesi: si narra che cominciarono a festeggiarlo circa 4000 anni fa, e il capodanno cadeva in corrispondenza della prima luna nuova dopo l’equinozio di primavera. I celti in passato festeggiavano infatti nella notte tra il 31 ottobre e il 1° di novembre, ossia Halloween, per celebrare il periodo in cui la terra si preparava per tornare poi a ridare i suoi frutti. Poco prima dell’autunno invece in alcune zone della Calabria e della Puglia si festeggiava il capodanno il 1 di settembre, seguendo il calendario bizantino. 

In Inghilterra e Irlanda il capodanno si festeggiava nel giorno dell’incarnazione, il 25 marzo (usanza mantenuta fino al 1752), mentre in Francia il capodanno coincideva con la domenica di Pasqua, ossia la resurrezione di Cristo. 

La Spagna invece ha mantenuto fino al 1600 circa come data di capodanno il giorno di Natale. 

Per porre fine a tutte queste differenze locali, nel 1691 il Papa Innocenzo XII decretò che il capodanno dovesse iniziare per tutti il 1 gennaio (detto anche della Circoncisione). 

Non ebbe successo il tentativo fascista di imporre come capodanno il 28 ottobre, ossia il giorno della marcia su Roma.

Nel resto del mondo invece sono ancora tante le date utilizzate come inizio e che sono estranee alla storia religiosa cristiana: l’esempio più famoso è il calendario cinese, che non inizia in un giorno preciso bensì nel giorno della seconda luna piena dopo il 21 dicembre (solstizio d’inverno), e quindi in un giorno compreso tra il 21 gennaio e il 21 febbraio. 

Il capodanno islamico si festeggia invece tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, nel primo giorno del mese di Muharram. Una variante è in Iran, dove l’inizio dell’anno coincide con l’equinozio di primavera. 

Procedendo con i mesi dell’anno, nel sud est asiatico sono diversi i paesi che festeggiano tra il 13 e il 15 aprile. C’è chi festeggia ancora in concomitanza con il capodanno Inca: la festa mapuche cade il 24 giugno. 

Dopo l’estate è il turno del capodanno ebraico,che si festeggia a settembre, così come quello etiopico, per poi concludere con il capodanno indù, che si festeggia a metà novembre.

Tra gesti scaramantici e tradizioni sono molti i gesti tipici di capodanno: in Italia si mangiano le lenticchie, si indossa biancheria intima nuova e/o rossa, ci si bacia sotto al vischio oppure si buttano le cose vecchie dalla finestra. 

In Giappone si beve il sakè e si ascoltano i 108 colpi di gong che preannunciano l’arrivo dell’anno. 

In Russia si usa aprire la porta al dodicesimo rintocco della mezzanotte per far entrare l’anno nuovo. In alcuni paesi dell’America Latina ci si purifica bruciando dei manichini di cartapesta. In Spagna si mangiano invece 12 chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte. 

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