Sono passati parecchi decenni dalla giovinezza vivida e dissipata di Marco Rosedale, giornalista televisivo inglese trapiantato a New York.
Marco ha avuto un buon successo, ancorché non vistoso, e gode di una meritata, solida fama di intellettuale di lungo corso. Tutto questo rischia di essere spazzato via dal lancio imminente dell'autobiografia di una sua ex collega già brillante ma in declino, Julia, di cui trapela in anticipo parte del contenuto: un'accusa di stupro che viene dal passato remoto. Marco ricorda vagamente quella notte ad alto tasso alcolico di quarant'anni prima, ma è certo che la relazione tra lui e Julia sia stata consensuale.
Il narratore chiamato a prendere le parti di Marco sarebbe incline a credere al suo vecchio amico, che non ritiene poter essere implicato in una storia di violenza, ma non vuole e non può assolverlo senza certezze.
Nel frattempo Marco prepara un'autodifesa che somiglia a un'aggressione. Un breve romanzo in cui il lettore si confonde col narratore e il suo carico di giustificazioni, illusioni, dubbi irrisolti.
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