Estate del 415 a.C., in un giorno caldo e soleggiato, tipicamente estivo, su un masso che sporge sopra il porto del Pireo sono appollaiati quattro ragazzini.
Il canto delle cicale copre il brusio della folla.
C’è aria di festa, ma la guerra incombe, e i quattro tacciono, assorti.
Tra loro c’è un dodicenne dallo sguardo febbrile.
Si chiama Aristocle e, cinque anni più tardi, per via delle ampie spalle, prenderà un nome destinato all’eternità: Platone.

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