Il dattiloscritto, annotato in matita rossa e, firmato dall'autore è entrato nelle collezioni del Museo dell'Olocausto di Washington.
Esso è stato donato dalle figlie di Anna Foa Yona, Manuela Paul e Eva Yona Deykin, che l'avevano a loro volta ricevuto dalla madre.
Nella primavera del 1946 Primo Levi non riusciva a trovare un editore.
Così spedì la bozza dei primi capitoli alla cugina Anna, che viveva da anni in America.
La bozza include 10 dei 17 capitoli ed è datata tra inverno e primavera 1946.
Primo Levi era stato liberato da Auschwitz dai russi nel gennaio 1945. E' morto suicida nel 1987.
Anna Foa Yona insegnava italiano al New England Conservatory di Boston. Con il marito e le figlie bambine era emigrata prima della guerra in America per sfuggire al fascismo e alle leggi razziali.
"Quando Primo Levi tornò da Auschwitz, scoppiava dalla voglia di raccontare", ha detto Eva Deykin al Washington Post. Anna Yona aveva cominciato a tradurre in inglese il dattiloscritto, ma non aveva avuto fortuna e in seguito "aveva conservato la bozza in un armadio".
Alla fine Levi aveva trovato nel piccolo editore torinese De Silva qualcuno che stampasse il suo libro: delle prime 2.500 copie solo 1500 furono vendute, per lo più nella città di Torino. Solo nel 1957, quando Einaudi uscì con la prima ristampa, l'interesse per il dramma di Levi ad Auschwitz tornò a crescere.
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