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12 feb 2019

CANADA – Le sabbie bituminose minacciano i nativi

CANADA – Le sabbie bituminose minacciano i nativi
Lo sfruttamento delle sabbie bituminose ai piedi delle Montagne Rocciose canadesi viene considerato da molti organismi interazionali come l’attività industriale più dannosa del pianeta. Nelle sabbie bituminose dell’Alberta sono contenuti 2 trilioni di barili di petrolio sporco: per portarli alla luce si è arrivati a distruggere una regione grande quanto la Florida. 

A farne le spese è la foresta boreale ma anche i beni comuni più preziosi. Per ottenere un barile di petrolio, infatti, ne servono fino a cinque di acqua. I liquami tossici vengono scaricati in vasti laghi colmi di residui di benzene, composti policiclici aromatici , mercurio, piombo e arsenico che coprono oggi una superficie complessiva di 170 km. 



Inoltre il carburante estratto dalle ‘tar sand’ produce il 23% in più di emissioni di gas serra rispetto a quello convenzionale, proprio a causa del forte impatto ambientale delle tecniche di estrazione. Il 30% circa dell’attuale produzione di sabbie bituminose si trova nel territorio della popolazione dei Beaver Lake Cree. 

Questa e altre comunità che vivono attorno ai giacimenti –in via di sfruttamento dagli anni ‘70- sono esposte direttamente all’inquinamento delle falde acquifere e dei fiumi in cui si scaricano i residui. La carne di alce, elemento essenziale della dieta dei popoli nativi del Canada (Metis e Inuit), è pesantemente contaminata: il livello di arsenico è 33 volte superiore a quello accettabile per legge.

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