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1 mag 2023

Amianto. Processo alle fabbriche della morte di Giampiero Rossi

Migliaia di morti e decine di nuovi ammalati. 

Ancora oggi, a distanza di un quarto di secolo,  dalla chiusura della fabbrica maledetta, a Casale Monferrato,  l'amianto dell'Eternit continua a uccidere. 

Un dramma che ha attraversato generazioni e, ha falcidiato un'intera città. Finalmente, dopo decenni di lotte, i familiari delle vittime insieme a un pugno di caparbi sindacalisti, medici, avvocati e amministratori sono riusciti a ottenere giustizia: al termine dei due anni di dibattimento, gli eredi delle dinastie che hanno costruito le proprie fortune sull'amianto sono stati condannati a 16 anni di reclusione. 

31 mag 2022

Manuale di autodifesa ambientale del cittadino. Con le ultime novità normative e la legge 68 sugli ecoreati di Luca Ramacci

Questo non è un libro che parla di diritto. Vuole invece essere un piccolo ausilio per il semplice cittadino che intende difendere il proprio diritto a vivere in un ambiente salubre. 

Si cerca di spiegare, con termini semplici e in modo operativo, come agire di fronte a determinate situazioni, come essere utili a chi deve effettuare i controlli e come sollecitarne l'intervento attraverso esposti, denunce, semplici segnalazioni, azioni in sede giudiziaria civile e amministrativa.

23 apr 2021

Green girls di Christiana Ruggeri


Sono giovani, determinate e appassionate, e hanno costruito una vera e propria rete in tutto il mondo con un obiettivo comune: lottare per la Terra. 

C'è chi pianta alberi, chi difende i bradipi, chi custodisce le acque del proprio Paese, chi protegge la foresta amazzonica, chi ogni giorno si sveglia per raccogliere rifiuti e chi con le proprie mani pulisce il mare dal petrolio per salvare i coralli.

10 dic 2019

Rifiuti: sale la produzione in Italia

Rifiuti: sale la produzione in Italia
Torna a crescere la produzione dei rifiuti urbani in Italia nel 2018, in linea coi valori del Pil, in aumento del 2% sul 2017 e con poco meno di 500 chili pro capite. 

Si tratta di quasi 30,2 milioni di tonnellate, dopo 6 anni sotto quota 30 milioni. 

7 dic 2019

Terra di Federico Quaranta

"Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare.”(ALBERT EINSTEIN)

Terra di Federico Quaranta
Federico Quaranta, in questo splendido libro, ha raccolto storie e scelte di vita, con la convinzione che, con intelligenza e sensibilità, sia possibile crescere in sintonia con la natura, amando e conservando - anziché distruggere - il nostro territorio.

Solo l'albero che ha coscienza delle proprie radici potrà permettersi di avere una chioma rigogliosa con rami molto estesi. 

Da anni Federico Quaranta gira l'Italia per raccontarne la bellezza e i sapori, scoprendo che dietro i prodotti d'eccezione che la nostra terra ci regala, si nascondono storie altrettanto eccezionali. 

Uomini e donne che hanno rifiutato di abbandonare i luoghi di origine, i mestieri antichi, la coltivazione di piante locali poco richieste o l'allevamento delle specie autoctone, e hanno scelto di restare e valorizzare secoli di conoscenza. 

17 mag 2019

Salviamo il mare e gli oceani di Agnes Vandewiele

Salviamo il mare e gli oceani di Agnes Vandewiele
Il manuale per capire l'importanza degli oceani e le minacce che gravano su di loro, ma anche le azioni degli esseri umani e le soluzioni che inventano per proteggerli meglio. 

Perché, per continuare a godere delle ricchezze del mare, andare in spiaggia e nuotare, mangiare il pesce, è oggi che dobbiamo agire! 

3 mag 2019

La nostra casa è in fiamme. La nostra battaglia contro il cambiamento climatico di Greta Thunberg, Svante Thunberg, Beata Ernman, Malena Ernman

 La nostra casa è in fiamme. La nostra battaglia contro il cambiamento climatico di Greta Thunberg, Svante Thunberg, Beata Ernman,  Malena Ernman
«Non voglio la vostra speranza. Voglio che proviate la paura che provo io ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in un'emergenza. Come se la vostra casa fosse in fiamme. Perché lo è.» 

Greta Thunberg ha parlato chiaro ai grandi del mondo e ha iniziato così la sua battaglia contro il cambiamento climatico, convinta che «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza». 

Lo "sciopero della scuola per il clima" di una solitaria e giovanissima studentessa davanti al parlamento svedese è diventato un messaggio globale che ha coinvolto in tutta Europa centinaia di migliaia di ragazzi che seguono il suo esempio in occasione dei #fridaysforfuture

12 feb 2019

ARGENTINA - Abra Pampa, la montagna di piombo

ARGENTINA - Abra Pampa, la montagna di piombo
Una montagna di 30.000 tonnellate di piombo - residuo delle lavorazioni dell’impianto di Huasi, chiuso negli anni ’80 dopo aver funzionato per tre decenni – costituisce una vera e propria bomba ecologica e sanitaria per la cittadina di Abra Pampa, nel nord dell’Argentina. 

Secondo lo studio dell’Università di Jujuy sulla valutazione del rischio chimico nella zona, l’81% della popolazione infantile è esposta ai danni derivanti dal piombo, soprattutto a causa dell’inalazione di polvere del minerale. Per l’OMS, il piombo inalato o ingerito si distribuisce nel cervello, nei reni, nel fegato e nelle ossa: si tratta di un elemento che non può essere in alcun modo trasformato o espulso.

MAR MEDITERRANEO – Haven, un disastro ‘scontato’

MAR MEDITERRANEO – Haven, un disastro ‘scontato’
L’agonia della superpetroliera Haven durò quattro giorni, dal 11 al 14 aprile 1991. L’affondamento davanti Arenzano provocò la morte di 5 uomini dell’equipaggio e lo sversamento sui fondali del Mar Ligure di oltre 134 mila tonnellate di petrolio. 

Numerosi studi scientifici, negli anni a seguire, hanno stabilito che l’eredità inquinante della Haven continua oggi e continuerà ancora perlomeno nei prossimi 10 anni a produrre i suoi effetti negativi sull’ecosistema marino. 

L’Haven, con i suoi 18 anni di vita, è sempre stata considerata una “carretta del mare”. Durante il viaggio dall’Arabia Saudita alle coste italiane l’equipaggiò rilevò e comunicò agli armatori numerosi, gravissimi malfunzionamenti a strumenti e macchinari fondamentali. 

ECUADOR – Quando gli inquinatori chiedono l’intervento della Corte internazionale

ECUADOR – Quando gli inquinatori chiedono l’intervento della Corte internazionale
La multinazionale Chevron-Texaco, durante le operazioni di esplorazione e sfruttamento delle risorse petrolifere in Ecuador nell’area del Lago Agrio, ha inquinato pesantemente oltre due milioni di ettari, contaminando gravemente la foresta amazzonica, riversando 60 miliardi di litri di reflui tossici nell’acqua utilizzata dalle popolazioni locali, con un aumento impressionante di mortalità e malattie, inclusi i tumori. 

Due popoli indigeni, i Tetes e i Sansahuaris sono scomparsi, mentre le tribù dei Cofan e dei Siona Secoya sono state costrette a migrare dalle terre ancestrali. Ben 30.000 abitanti e piccoli agricoltori hanno denunciato già nel 1993 la Texaco (acquisita nel 2001 dalla Chevron). 

ROMANIA – L’onda di cianuro del Danubio

ROMANIA – L’onda di cianuro del Danubio
Odora di mandorle. E’ larga 50 chilometri. Viaggia a 5 chilometri l’ora. L’onda di cianuro partita il 31 gennaio 2000 dalla miniera d’oro Esmeralda, ad Auriol, in Romania, dopo aver ucciso i due affluenti che le hanno permesso di arrivare al Danubio, punta decisa alla foce del fiume blu, cioè alla più grande zona umida d’Europa, uno dei pochi paradisi naturali sopravvissuti nel vecchio continente. 

Centomila tonnellate di acqua contaminata hanno spazzato via ogni forma di vita lungo il corso del Tibisco e dello Smamos, lasciando rive intrise di metalli pesanti e coperte da un tappeto di pesci e uccelli morti. 

La diluizione ha abbassato l’impatto immediato del veleno che aveva raggiunto valori 800 volte superiori ai limiti consentiti, ma, sebbene diluito, il cianuro resta una minaccia terribile per il Danubio, il più importante serbatoio europeo di biodiversità ittica e di avifauna. 

Le accuse più gravi riguardano la dinamica dell’incidente che ha causato il disastro. Secondo la società rumeno-australiana che possiede la miniera Esmeralda la colpa è di un fenomeno naturale: il disgelo avrebbe fatto tracimare una diga in terra che chiudeva il laghetto in cui vengono contenute le acque di risulta della lavorazione dell’oro. 

GOLFO DEL MESSICO – La marea nera della Deepwater Horizon

GOLFO DEL MESSICO – La marea nera della Deepwater Horizon
Il disastro della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon della BP è stato il più grave danno ambientale marino della storia statunitense, di gran lunga superiore all’affondamento della petroliera Exxon Valdez nel 1989. 

Il 20 aprile 2010, durante le fasi finali di realizzazione di un pozzo posto a oltre 1500 metri di profondità nel Golfo, si verifica un’esplosione e un conseguente incendio, con una grande, continua fuoruscita di petrolio dal fondale marino, con perdite di vite umane (11 morti) e gravissime conseguenze ambientali per le coste della Louisiana. 

GIAPPONE – Lo tsunami nucleare di Fukushima

L’11 marzo 2011 il Giappone viene sconvolto da un terremoto di portata catastrofica con una scossa di magnitudo 9 al largo delle coste di Tohoku, la più potente mai registrata nel Paese. Dopo pochi minuti uno tsunami con onde alte più di 30 metri muta per sempre i confini e il profilo di un’intera regione. 

Il blackout che segue il terremoto e lo tsunami mettono in ginocchio i sistemi di sicurezza delle centrali nucleari che costituiscono la colonna dorsale energetica del gigante nipponico. Non riuscendo più a contenere il surriscaldamento e la pressione interna, nella centrale di Fukushima esplode il reattore n. 1.

INDONESIA – La carta APP che uccide il polmone del pianeta

INDONESIA – La carta APP che uccide il polmone del pianeta
Le foreste pluviali dell’Indonesia stanno scomparendo, abbattute da imprese senza scrupoli per produrre carta e altri prodotti a basso prezzo. 

Le foreste indonesiane sono uno dei più importanti ecosistemi del pianeta. Sono essenziali a specie animali come l’orango e la tigre di Sumatra; ospitano il 12% dei mammiferi, il 15% dei rettili e il 17% degli uccelli del pianeta. 

Sono la casa di numerose comunità indigene e da esse dipende la vita di milioni di persone. Inoltre ci proteggono dal cambiamento del clima: il 20% delle emissioni globali di gas serra proviene proprio dalla distruzione delle foreste. 

Eppure questa ricchezza sta scomparendo prima ancora di essere conosciuta. L’Indonesia ha il più alto tasso di deforestazione nel mondo (il 2%): ogni anno perde 1.871.000 ettari di foreste pluviali, oltre 20 chilometri quadrati ogni giorno, un’area vasta come 300 campi da calcio distrutta ogni ora. Il 72 per cento delle foreste è già scomparso. 

NIGERIA – Centinaia di ‘fuochi’ avvelenano il delta

NIGERIA – Centinaia di ‘fuochi’ avvelenano il delta
Nel delta del Niger, un’area delle dimensioni dell’Irlanda, tra il 1976 e il 1998 sono stati estratti miliardi di barili di petrolio, al rimo di circa 2 milioni due milioni al giorno negli ultimi anni: la Nigeria è uno dei primi produttori mondiali di ‘oro nero’. Ma qui l’estrazione è particolarmente devastante per gli ecosistemi e le popolazioni residenti. 

Durante l’estrazione e il trasporto del petrolio, ogni anno viene bruciato l’equivalente di 2 miliardi e mezzo di dollari di gas, secondo i calcoli della Banca Mondiale. Il fumo che proviene dal gas flaring (una pratica illegale che consiste nel bruciare il gas che esce dai pozzi petroliferi assieme al greggio) contiene grandi quantità di sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente: anidride carbonica, ossidi di zolfo e di azoto, tuolene, xilene e benzene. 

CANADA – Le sabbie bituminose minacciano i nativi

CANADA – Le sabbie bituminose minacciano i nativi
Lo sfruttamento delle sabbie bituminose ai piedi delle Montagne Rocciose canadesi viene considerato da molti organismi interazionali come l’attività industriale più dannosa del pianeta. Nelle sabbie bituminose dell’Alberta sono contenuti 2 trilioni di barili di petrolio sporco: per portarli alla luce si è arrivati a distruggere una regione grande quanto la Florida. 

A farne le spese è la foresta boreale ma anche i beni comuni più preziosi. Per ottenere un barile di petrolio, infatti, ne servono fino a cinque di acqua. I liquami tossici vengono scaricati in vasti laghi colmi di residui di benzene, composti policiclici aromatici , mercurio, piombo e arsenico che coprono oggi una superficie complessiva di 170 km. 

KIRIBATI E MALDIVE – Le isole sommerse dal cambiamento climatico

KIRIBATI E MALDIVE – Le isole sommerse dal cambiamento climatico
Il riscaldamento globale è un’arma di distruzione di massa. Solo nello scorso novembre, la Banca mondiale ha rilanciato un allarme netto: “un mondo con 4 gradi in più provocherebbe una cascata di cambiamenti cataclismici, fra cui ondate di calore estremo, una diminuzione degli stock alimentari e un rialzo del livello del mare che colpirebbe centinaia di milioni di persone”. 

Negli ultimi mesi si stanno accelerando le iniziative di governi come quello delle isole Kiribati, il cui presidente sta negoziando l’acquisto di terreni nelle Fiji per consentire la migrazione di 113mila abitanti del piccolo Stato minacciato dall’innalzamento delle acque dell’oceano. Il Consiglio Australiano per i Rifugiati ha sollecitato il governo a riconoscere formalmente lo status di rifugiato climatico a tutti coloro che sono costretti a fuggire a causa degli effetti del climate change. E sempre verso l’Australia contano di emigrare i 350 mila abitanti delle Maldive minacciati dall’innalzamento dei livelli del mare. 

DISASTRO BHOPAL – (03/12/1984)

Bhopal, Madhya Pradesh, India.

Fu causato dalla fuoriuscita di 40 tonnellate di una sostanza altamente tossica (isocianato di metile) da uno stabilimento della Union Carbide India Limited. La fuoriuscita venne causata da da gravi carenze delle misure di sicurezza dell’impianto. Inizialmente vennero stimati 4.000 morti, avvolti da una nebbia tossica nei pressi dello stabilimento. 


Il disastro di Seveso (10/07/1976)

Una nube di diossina causata dalla fuga di un composto chimico, il TCDD, dallo stabilimento chimico della Icmesa, si sprigiona nell’aria e intossica la popolazione locale, contaminando l’aria, i terreni, e uccidendo molti animali. E’ uno dei più gravi incidenti industriali della storia. 

18 gen 2019

Erin Hunter: Bravelands

Erin Hunter:  Bravelands
Il primo capitolo di una serie epica sull'amicizia, unica arma per sopravvivere nella natura selvaggia. 

Per generazioni, le pianure africane sono state governate da un rigido codice: uccidere per sopravvivere. E il tradimento continua ad annidarsi nei luoghi più improbabili, e alcuni animali non si fanno scrupoli davanti alla loro sete di potere.