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31 gen 2021

I NOMADI NELL’IMMAGINARIO E NELLE PRATICHE RAZZISTE di Antonella Randazzo


Questo libro racconta la storia dei nomadi dalla nascita fino ai nostri giorni. I primi nomadi giunsero in Europa intorno al 1300, e in Italia si registrò la presenza di un primo gruppo nel 1422, erano originari dell'India e abbandonarono la loro terra tra il V e l'XI secolo, in seguito a carestie, guerre e indigenza, spostandosi in piccoli gruppi verso l'Armenia e la Persia. 

Dal XVI secolo in poi, con la nascita degli Stati moderni, i nomadi furono oggetto di esclusioni, deportazioni, massacri e razzismo. 

Con l'imposizione di un potere centrale forte, si puntò all'omogeneizzazione dei sudditi e alla loro compattezza dovuta al senso di appartenenza, di conseguenza i nomadi, che non appartenevano a nessuno Stato, furono criminalizzati, e furono emanate leggi che permettevano anche il loro assassinio.

Io non mi chiamo Miriam di Axelsson Majgull, Björn Larsson, e al.


«Io non mi chiamo Miriam»
, dice di colpo un’elegante signora svedese il giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, di fronte al bracciale con il nome inciso che le regala la famiglia. 

Quella che le sfugge è una verità tenuta nascosta per settant’anni, ma che ora sente il bisogno e il dovere di confessare alla sua giovane nipote: la storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbrück. 

Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa, o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire, anche quando fu accolta calorosamente nella Svezia del dopoguerra, dove i rom, malgrado tutto, erano ancora perseguitati.