Figura altamente funzionale per le dinamiche simboliche interne della società divina nordica, Balder è l'incarnazione dell'innocenza immacolata, tradita però dalla malvagità altrui. In tal senso, al di là delle antiquate interpretazioni frazeriane che scorgono nella sua vicenda il fantasma di arcaici rituali presenti in culture più o meno "primitive", l'innocente figliolo di Odino può considerarsi la proiezione mitica di quel particolare pessimismo che contraddistingue, del resto, la tragica visione del mondo propria dell'antica cultura nordica.
Nei tiepidi giorni primaverili, quando il sole carezza dolcemente le pendici dei monti, fioriscono gli esili filamenti di un'erba candida, rara a trovarsi come tutte le terrene testimonianze della perfezione divina.
Gli antichi poeti nordici, profondi conoscitori di arcane corrispondenze simboliche, chiamavano quest'erba "sopracciglia di Balder". Essi, però, sapevano bene che, con il loro paragone, potevano descrivere solo con approssimazione l'eccezionale candore e l'incontarninata purezza dell'epidermide divina.